Lube Banca Marche Macerata

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sabato 9 marzo 2013

Ecco perchè noi non siamo groupies (e loro non sono rock star)

Diciamo la verità. Diciamola tutta: esiste una parte di seguito della Lube che si interessa unicamente alla bellezza fisica dei nostri beniamini.
E' lecito, è legale, fate pure.
Per me la Lube non si ferma lì', non può fermarsi lì. Non puoi seguire una strada perchè ti piace esteticamente un giocatore. Certo lo puoi fare, ma non sei una tifosa.
Loro non sono rock star. Loro sono sportivi. Si allenano, sudano, si sacrificano, per quei risultati.
E noi tifose, perchè soprattutto di noi donne si tratta, non siamo groupies che sbavano sui loro addominali, che si strappano i capelli al loro passaggio, che lanciano reggiseni in campo e che come unico obiettivo hanno anche per una sola notte di andare a letto con loro..
Lo so lo so, molti lo pensano.
Molti, sopratutto tifosi di altre squadre, pensano che sia solo una questione di attrazione fisica.
Che l'unico motivo per cui la Lube ha un seguito così grande sia l'ormone impazzito di ragazzine sceme.
E l'articolo che è uscito su Panorama non fa che avvalorare questa tesi.
Scrivo questo post per un semplice motivo: conosco le intervistate e una di loro sono proprio io.
E mi dispiace ma non ci sto.
Non ci sto a far dipingere la Lube come un fenomeno puramente modaiolo, basato unicamente sulla voglia ormonale di un manipolo di squinziette.
Non ci sto.
Perchè so che molte di noi non si sarebbero fatte i chilometri che si sono fatte solo per vedere un bel ragazzo.
Perchè so che per me la Lube è una cosa seria, non è lo sbavare senza sosta su qualche bel ragazzo.
E perchè so che i nostri giocatori non sono solo dei ragazzi con i muscoli che mettono in mostra per farci impazzire, ma sono dei ragazzi normali che ci mettono l'anima e definirli rock star li sminuisce.
Perchè ogni domenica loro entrano su quel campo e ci buttano sangue e sudore, tanta fatica durante tutta la settimana per poi essere visti come una squadra di bellocci amata solo per il suo bell'aspetto.
Superficiale.
Io amo la Lube. La amo perchè è la mia squadra e perchè la seguo ormai da un anno e non smetterò.
E la amo non per il bell'aspetto di Stankovic, ma la amo perchè ogni volta che gioca il mio cuore è lì con loro.
Specifichiamo poi una cosa: c'è una frase che non mi va giù ed è quel peccato che sia sposato e che abbia un figlio.
Mi dispiace, ma non è così.
peccato proprio niente. Grazie a dio ha quel cucciolo splendido e grazie a Dio ha accanto a sè una donna meravigliosa come sua moglie. E grazie a dio lui è felice. Ed è solo questo che conta.
Quello che quell'articolo rappresenta non è la realtà, ma solo una facciata di qualcosa che fa sembrare la realtà riduttiva e banalmente superficiale.
Quello che in realtà è, invece, è qualcosa di più:
una squadra che è riuscita a farsi amare da tante persone, che è riuscita a riunirle sotto lo stesso tetto nonostante la provenienza geografica, l'età e tante altre cose, che ha fatto nascere profonde e radicate amicizie e che ha fatto nascere crescere e radicare una sana passione per uno sport splendido, la pallavolo.
Loro sono dei ragazzi semplici, qualcosa di molto di più che rock star, loro sono dei grandi sportivi che ci buttano l'anima.
E non meritano di avere al loro seguito un branco di ragazzine con l'ormone facile. E infatti non ce l'hanno. Non solo.
Ma sarà facile per la gente dire adesso si la Lube? quella squadra con tutte quelle ragazzine impazzite che vanno a vedere la pallavolo solo perchè vogliono vedersi dei bei ragazzi.
Già lo dicevano. E come ho detto in parte hanno ragione. Non voglio fare la classista.
Non voglio fare la purista. Seguite la Lube come cazzo volete.
Ma non dipingeteci tutte come groupies vogliose solo di finire a letto con Dragan o Ivan.
Perchè sappiamo bene che non è così.
Almeno adesso non ne sono più così sicura, visto come ci vedono evidentemente dal di fuori.
Ma io so che non siamo così.

martedì 5 marzo 2013

Macerata-Cuneo 3-1: come si riconosce un vero guerriero

Sono partita covando nel cuore la speranza di vedere una partita emozionante. Sono tornata e quello che i miei guerrieri mi hanno regalato è stato molto di più di una semplice partita.
Partiamo dal principio. Partiamo da una domenica assolata, ma fredda, una di quelle domeniche silenziose e brillanti, dove il sole riesce a illuminare davvero tutto. Macerata era fredda, nonostante il nostro sole ci riscaldasse le ossa, c'era un venticello che si insinuava sotto i vestiti e faceva rabbrividire. Con questo tempo e con l'animo pieno di speranze ci siamo avviate verso il Palas, la mattina, con l'idea di aspettare fuori i nostri guerrieri a causa degli allenamenti a porte chiuse. Invece accade la prima cosa bella: ci fanno entrare, gli allenamenti non sono più blindati, così sorridenti ci avviamo dentro e ci sediamo.
Cuneo sta finendo. Vedo Piazza che lancia gli ultimi palloni e alcuni dei suoi giocatori seduti sulle panchine a parlare.
Parliamo di Piazza. Ecco io al top dei top dei coach metto ovviamente il nostro Giuliani, ma per secondo c'è lui. Piazza mi piace. E' istintivo, passionale, ci mette l'anima.
E il Cuneo, come ho già scritto, è un po' la mia seconda squadra, anche se negli ultimi mesi mi ha fatto davvero infuriare a volte.
Tralasciando tutto questo, parliamo del fatto che per la prima volta vedo i miei guerrieri in campo sorridere. Li vedo distesi. Li vedo pronti e scattanti.
Li vedo tornati.
Che strano vedere il campo senza Simone Parodi, ma che bello rivedere in campo Jiri Kovar e Cristian Savani ASSIEME!
Ma non c'è tempo. La giornata vola e d'un tratto arriviamo al momento fatidico. La partita.
Seduta in quel mare tinto di rosso, in quella curva che è una sola voce, un solo cuore, un solo uomo, il settimo in campo assieme ai nostri guerrieri, gli ultimi minuti prima del fischio di inizio sono interminabili. Cerchiamo di farli passare chiacchierando, scrollandoci di dosso la paura che abbiamo addosso a causa delle ultime sconfitte.
Ma eccoli. I nostri entrano in campo.
E grazie al cielo qualcuno quel momento l'ha filmato.
Ma neanche così si può capire. Il boato che ha accolto i nostri guerrieri ha fatto vibrare le mura del Palas. Non li abbiamo mai abbandonati, non l'abbiamo neanche pensato e adesso siamo qui a sostenerli, ancora di più, perchè si meritano di avere intorno a loro una curva come questa.
E finalmente arriva il fischio di inizio.
E sembra proprio che i nostri guerrieri siano tornati. Quello che abbiamo in mente è che dobbiamo vincere, vincere bene per conservare il nostro secondo posto e arrivare ai Play off carichi e fissi sull'obiettivo. E' tornato il nostro Drago, è tornato il nostro Sava che piazza alcune palle da vero professionista, da vero capitano azzurro quale è.
E torna Jiri Kovar in campo, dopo tanto, troppo tempo che era mancato da quel campo. Ora manca Simone Parodi e la cosa all'inizio si era sentita soprattutto in ricezione, perchè Simone riusciva a essere dovunque quando c'era da prendere qualcosa. Ma basta riorganizzarsi, fino a che il nostro numero sei non sia tornato in forma.
Il nostro Zar è tornato. In piena forma, con il sorriso sulle labbra e la potenza in quella schiacciata che non perdona nessuno. Torna nella veste di opposto lasciando a Kooy e Savani il ruolo di schiacciatori. Uno zar che nella partita fa 29 punti, tornando agli antichi splendori, a quando la sua cresta era ancora bionda.
I nostri sembrano esserci e sono concentrati. Vincono il primo set quasi facilmente e lì, lo ammetto, per la mia testa è passata l'idea "Ma se è così facile, perchè loro sono in Champion's e noi no?". Ma non c'è tempo per pensare al passato. Si guarda solo avanti. Solo alla partita di adesso e non al passato. Perchè è stato quello l'errore che ci ha frenato in queste settimane.
Sentire ancora addosso la sconfitta di Trento. E poi di Cuneo. E le altre di conseguenza.
Ma sembra che sia finalmente giunto quel momento in cui i nostri abbiano deciso di scrollarsi di dosso il passato e gettarlo a terra come un vestito vecchio. Come qualcosa che non serve più e che è ora di gettare via.
Cuneo però non è una squadra che molla. Ci sono grandi giocatori con un'esperienza grandissima alle spalle: ne cito due solo per esemplificare, i miei due preferiti, Grbic e Sokolov.
Che infatti danno del filo da torcere alla nostra Lube che è costretta a concedergli il secondo set.
Non è una sorpresa. Tra grandi squadre, tra titani, combattere fino all'ultimo set è normale.
Ma per noi vincere prima del tie break è più che importante: è essenziale.
E la Lube mette il turbo. Lo Zar comincia a picchiare pallone su pallone, aiutato da Kooy che non perdona nessuno (Ah Modena che grande errore è stato concedercelo!) e da Dragan Stankovic, che tra murare praticamente tutto quello che cerca di passare (COMPLIMENTI A PROPOSITO AL NOSTRO NUMERO 7 CHE HA SUPERATO I 200 MURI VINCENTI!) e i suoi primi tempi, aiuta di molto la Lube ad andare avanti.
E il Cuneo cade. Molla. Si vede dallo sguardo dei suoi giocatori, da come cercano di arginare i danni più che crearne.
Wijsmans sbaglia troppe battute, non è di certo lui. Ma non è l'unico. Sarà per la mancanza di Ngapeth? O forse perchè si sono trovati effettivamente davanti a una squadra che credevano ormai in ginocchio?
C'è una cosa che il nostro coach dice sempre: mai sottovalutare nessuno.
Forse Piazza ci ha sottovalutati.
Di sicuro non è riuscito a fermarci.
E dopo il terzo set vinto questo succede alla fine del quarto:
L'audio non si sente. Ma vi posso garantire che c'è stata un'esplosione. Tutti, e quando dico tutti intendo proprio tutti, si sono alzati e hanno cominciato a saltare.
Come si riconosce davvero un guerriero? Da questo.
Un vero guerriero non è quello che vince sempre.
Un vero guerriero è quello che sa rialzarsi quando cade.
Noi ci siamo rialzati, lo abbiamo fatto nonostante le difficoltà. l'abbiamo fatto fino in fondo.
Non risparmiando mai nulla.
Siamo ormai alla penultima partita di campionato.
Domenica la Lube giocherà l'ultima partita contro la Tonno Callipo (che purtroppo non andrà in onda e che non potrò commentare come vorrei).
Questo tre marzo è stato importante, è stato splendido, uno splendido regalo di compleanno da parte dei miei guerrieri che mi hanno regalato una splendida partita, un gioco fantastico, quello del cuore, non solo tecnico.
E io li ringrazio.
Li ringrazio dal profondo del cuore perchè questo anno non sarebbe stato così magico se non avessi scoperto loro, se non avessi scoperto questa squadra che regala ogni domenica così tante emozioni, così tanto.
E ringrazio la curva della Lube, i Predators, che ormai sono una famiglia vera per me. Che ogni volta ringrazio, ma le parole che trovo non sono mai abbastanza.
Vivere queste partite senza di voi sarebbe stato mille e ancora mille volte più brutto.
A una partita dai Play off la nostra Lube è seconda.
Ma prima come sempre nei nostri cuori.
Sempre forza Lube!!