Lube Banca Marche Macerata

Lube Banca Marche Macerata

domenica 22 dicembre 2013

Buone feste!

Oggi si è svolta l'ultima partita dell'anno. La Lube ha affronta il Ravenna. Alcuni avevano detto che sarebbe stato semplice, ma semplice non è stato e per questo tanto onore a Ravenna che ha tentato (anche a corto di giocatori!) di frenare la scalata dei nostri biancorossi.
Ma non c'è storia. La Lube ha vinto 3 a 0 e adesso finiamo questo anno con 29 punti su 30, imbattuti in campionato (10 vittorie su 10 partite) e con ottimi proposito per l'anno nuovo. Che comincerà con l'ultima partita di andata, contro la Copra Elior Piacenza al momento seconda in classifica, e con due partite di Champions, sempre contro la Copra Elior.
Lasciate che vi dia un po' di dati, a caso:
-Michele Baranowicz è stato MVP per ben tre volte (contro Perugia, contro Vibo e contro Cuneo),seguito da Marko Podrascanin per due volte (contro Molfetta e Città di Castello), da Jiri Kovar (contro Trento) Dragan Stankovic (contro Latina) e Ivan Zaytsev (contro Verona).
-in 10 partite abbiamo giocato 33 set, abbiamo fatto 623 punti, 809 battute (di cui 67 ace), 797 attacchi (di cui 49 errati, 51 murati e 453 perfetti).
-Il nostro capitano Ivan Zaytsev ha fatto 169 punti, 19 ace e 261 attacchi di cui 130 perfetti.
-Il nostro regista Michele Baranowicz ha fatto 36 punti, 13 ace (secondo solo a Zaytsev) 20 punti in attacco di cui 12 praticamente perfetti.
-I nostri centrali Dragan Stankovic e Marko Podrascanin hanno fatto rispettivamente 65 (Stankovic ha due partite in meno rispetto a Podrascanin) e 94 punti, 9 ace per il Drago, 8 per Marko.
-Jiri Kovar ha fatto 82 punti (con otto partite e non dieci), 6 ace, 105 attacchi.
-Bartosz Kurek (che giocatore!!) ha fatto 138 punti su dieci partite, 11 ace, 192 attacchi (di cui 105 perfetti)

I giocatori che sono stati praticamente onnipresenti in campo sono il capitano Ivan Zaytsev (10 partite, 33 set giocati) Marko Podrascanin (10 partite, 33 set) Bartosz Kurek (10 partite 33 set) e Michele Baranowicz (10 partite, 33 set).

Alla fine della decima giornata la Lube si trova al di sopra di tutti. Prima in classifica, campionessa d'inverno già annunciata a due partite dalla fine, prima che si giocasse con Ravenna, si trova a sei punto di distacco dalla Copra Elior Piacenza, l'ultima squadra da affrontare prima di giocare il ritorno.
Un regalo migliore la Lube non ce lo poteva fare. Noi tifosi oggi ci troviamo con questo grande regalo da parte dei nostri biancorossi, un primo posto dorato.
E si, ci possiamo permettere di festeggiare, almeno per un po', fino a che non si riaprirà il campionato e la Champion's League. Perchè allora si riaprono le danze, si riapre la battaglia, non possiamo permetterci di sbagliare, non dobbiamo regalare nulla. Noi che abbiamo lottato così tanto per raggiungere un grado di intesa e di squadra così alto, non possiamo cedere. Credo nei biancorossi e credo in questa squadra. Ci ho sempre creduto.

Quindi tifosi biancorossi, a voi che leggete, grazie, buone feste, buon Natale, buon anno, sempre nel nome della Lube. E buone feste a voi, guerrieri biancorossi che ogni domenica ci regalate queste grandi emozioni.
A Ivan, Michele, Marko, Dragan, Bartosz, Jiri, Simone, Leondino, Matteo, Hubert, Stefano, Alessandro, Natale, al Coach Giuliani e al secondo coach Cadeddu, a tutta la società, ma soprattutto a tutta la splendida Lube nel cuore, la meravigliosa curva della Lube, la mia famiglia, a Paola, Michela e Roberta, alla mia Nipo finlandese, a Roberto, a Giacomo, Daniele e Matteo, a Rosy e Sandrino, a Daniela, a Giancarlo e Anna, a Stefania, a Laura Pollon e a Laura Rosalie, a Elisabetta, a Silvia, a Margherita, a Andrea, a Giancarlo, a Max, alla mia Socia Giuliana, a Laura (la terza vi confonderete tutte!) a Giuliana, a Paola Pezz,  a Sara, a Ste, a Benedetta, a Anna M e Milena... e a tutti gli altri (se ho dimenticato qualcuno siete autorizzati a bacchettarmi).
Grazie di questo splendido anno biancorosso.
Buone feste!
E sempre Forza Lube!!!

mercoledì 11 dicembre 2013

Le fatiche di un cronista sportivo: Intervista a Walter Astori!

Siete tifosi di pallavolo? Allora il suo nome salterà subito nella vostra testa: Walter Astori, classe 1980, è il cronista sportivo che ogni domenica accompagna i tifosi di pallavolo e racconta le imprese delle loro squadre del cuore. Sportube, la televisione online che trasmette eventi sportivi e che per molti di noi è stata una salvezza, è la casa di questo cronista, che mi ha concesso molto gentilmente questa intervista. E allora, se volete saperne di più, se volete dare un volto e conoscere di più la voce che vi accompagna in ogni partita, leggete qua sotto! Non ve ne pentirete! 

La prima domanda è d’obbligo: come sei diventato cronista sportivo? E’ una cosa che hai sempre voluto fare?
No, a dire il vero fino ai 25 anni non avrei mai immaginato di ritrovarmi a fare il cronista sportivo.  Finiti gli esami della sessione di giugno, ho pensato di trovarmi un lavoretto per l’estate. Mi era sempre piaciuto scrivere, così ho risposto all’annuncio di un giornale dedicato alla pallavolo, un po’ per curiosità, un po’ per mettermi alla prova. Ho iniziato come inviato per le partite di serie B e serie C e da allora è stato un vortice: ho scoperto e amato questo lavoro. Nel corso del tempo ho scritto di qualsiasi argomento, dalla politica alla cronaca, passando per il gossip ma il primo amore non si scorda mai e così eccomi di nuovo a raccontare le emozioni della pallavolo.

Quanti sport segui tramite Sportube e quali sono quelli che preferisci seguire?
Non vorrei sembrar scontato ma rappresento il prototipo dell’italiano medio a cui si può toccar tutto tranne il calcio, che però non ho mai seguito per lavoro ad alti livelli. Una volta guardavo qualsiasi partita, ora il tempo non me lo permette più e mi limito a quelle della mia squadra del cuore che certe volte mi costringono a veri salti mortali per incastrare tutti i vari impegni. Per lavoro invece ho avuto la fortuna di seguire molte discipline e sono riuscito ad appassionarmi, più o meno, a tutte. Pallavolo maschile, pallavolo femminile, motori, beach volley, hockey prato, hockey indoor, arti marziali miste, vela, insomma una grande varietà di sport che mi ha permesso di crescere professionalmente ed entrare in contatto con realtà prima sconosciute.

Parliamo del social match: come è nata questa idea?
Innanzitutto, per coloro che ancora non lo sapessero, spieghiamo cos’è il social match, ovvero la possibilità per tifosi ed appassionati di interagire con la telecronaca tramite i commenti sulla pagina Facebook di Sportube. Ne vado molto orgoglioso perché è stata una mia idea ed è nata per caso, nell’impeto di una telecronaca, sulla scia di precedenti esperienze radiofoniche. Era la prima giornata del campionato di A1 femminile dello scorso anno ed ero al commento di Chieri-Bergamo, una partita che offriva molti spunti di riflessione in quanto la prima di Francesca Piccinini da ex contro Bergamo. Dopo aver espresso il mio parere ho pensato che sarebbe stato interessante ascoltare anche quello dei tifosi e così ho invitato gli utenti a scrivermi su Facebook. Dopo qualche momento di timidezza ha scritto il primo ed il suo commento ha rappresentato un vero e proprio effetto volano perché di lì a poco mi hanno bombardato di messaggi sancendo il successo dell’iniziativa. Il giorno dopo ne ho parlato col mio responsabile che ne è stato subito entusiasta e da quel momento il social match è diventata una nostra consuetudine.

Adesso parliamo di pallavolo: quanto è aumentato il seguito della pallavolo quest’anno?
La pallavolo ha un bacino di utenza che cresce anno dopo anno e in questa stagione ha potuto beneficiare della grande esposizione mediatica della nostra nazionale che quest’estate ha ottenuto risultati importanti con il bronzo alla World League e l’argento agli Europei. La crescita dei numeri non ci sorprende, ormai è il quarto anno che siamo partner della Legavolley e sappiamo quanta passione e quanto entusiasmo muove la pallavolo. In quest’ottica posso annunciare una grande novità che a breve lanceremo su Sportube: sulla scia del successo di Volley View a breve lanceremo una trasmissione analoga dedicata interamente ai giocatori della serie A1 maschile. In questo modo, ogni settimana, avremo ospite un atleta simbolo del nostro campionato ed i tifosi avranno la possibilità di rivolgergli domande in tempo reale attraverso i social network.

Ci diresti un giocatore della A1 maschile e una giocatrice della A1 femminile che ti sono rimasti nel cuore?
Non posso dire di essere amico di questo o di quell’altro giocatore perché con loro ho sempre avuto rapporti professionali. Però sono rimasto molto affezionato a quei giocatori che ho avuto la fortuna di seguire sin da quando eravamo veramente agli inizi, io come giornalista e loro come atleti. In particolare mi viene in mente Laura Saccomani che ho visto giocare la prima volta quando aveva 14 anni nella squadra del mio quartiere e che ho potuto seguire successivamente come speaker della Roma Pallavolo in serie A2 prima del grande salto che l’ha portata a vincere lo scudetto con la Scavolini Pesaro. Nel settore maschile posso citare Ivan Zaytsev che ho visto crescere da vicino ai tempi della M.Roma o Salvatore Rossini che intervistai a margine di un torneo regionale di beach volley. Con lui ci siamo rincontrati recentemente e, nonostante ora giochi a grandissimi livelli sia con Latina sia con la nazionale, mi ha confidato di ricordare benissimo quell’intervista in quanto era la prima che rilasciava come vincitore di un torneo.

Che consigli daresti a chi vuole entrare nel mondo del giornalismo sportivo?
Di essere caparbi, molto caparbi e non mollare di fronte delle prime difficoltà. E’ un terreno difficile con pochi posti a disposizione e tantissima concorrenza, ma con l’impegno e la passione si può arrivare lontano. La gavetta potrebbe essere lunga e poco retribuita ma io consiglio, almeno all’inizio, di non guardare lo stipendio ma l’esperienza. Quindi scrivete, scrivete e scrivete tanto, anche relativamente a sport e campionati minori. Solo così potrete costruire una professionalità che in futuro rappresenterà il vostro punto di forza. Come in tutte le cose serve anche una buona dose di fortuna ma la fortuna va anche aiutata e non aspettata.

Oltre allo sport, sappiamo che scrivi come è nata questa passione?
Direi che è una passione innata. Sono sempre stato un grande lettore e come tutti i grandi lettori ho sentito il bisogno di cimentarmi nella scrittura. Da super appassionato di gialli/thriller non potevo che scegliere questo genere e dopo diversi romanzi chiusi nel cassetto ho raggiunto l’apice nel 2007 quando col mio “Le sette sfere” ho vinto il premio letterario “Il giallo di Roma” aperto ad opere di narrativa ambientate nella città eterna. Ultimamente, purtroppo o per fortuna, il lavoro mi ha portato via tantissimo tempo ed ho avuto meno occasioni per scrivere ma approfitto di questa intervista per lanciare una nuova iniziativa che presto mi vedrà protagonista e che coinvolgerà gli appassionati della pallavolo. A breve su tutti i siti del network relativo a www.volleymaniaweb.com sarà pubblicato a puntate il mio ultimo romanzo, un giallo/thriller che mi ha dato la possibilità di conciliare le mie due grandi passioni: la scrittura e lo sport. Il protagonista, infatti, è un ex pallavolista impegnato nella sua partita più importante: dimostrare la sua estraneità in una vicenda di cronaca nera che l’aveva coinvolto da giovane e che fortuitamente ne aveva segnato l'esistenza lanciandolo ad alti livelli nello sport. Volete saperne di più? Continuate a seguirmi.
(Walter al lavoro, grazie a Cecilia per la foto!) 


E noi Walter continueremo a seguirlo: intanto cliccando (se non l'avete già fatto!) sulla pagina di Sportube , mettendo mi piace e partecipando al social match (questa domenica verrà trasmessa Casa Modena- Calzedonia Verona), ma soprattutto continuando a seguire Walter. 

Un piccolo ringraziamento per avermi concesso questa intervista. Quando ho cominciato a seguire la pallavolo, Sportube è diventata il mio punto di riferimento. Senza Sportube chissà quante partite mi sarei persa! Ma sottolineo il grazie per avermi permesso di scrivere questo articolo. E' un gran regalo per me. 

Sempre forza Lube, ma in questo caso viva la pallavolo in generale! 

sabato 16 novembre 2013

A RaiSport, sinceramente...

I nostri azzurri sono partiti alla volta del Giappone per la Grand Champions Cup. Per quanto sia stata felice per le convocazioni di Coach Berruto, la felicità è durata ben poco.
Chi trasmetterà le partite? Nella speranza che fosse RaiSport ero pronta con scorte caffè a cambiare i miei orari e trasformarmi in un animale notturno pur di vedere le partite dei miei azzurri.
Che delusione scoprire invece che solo coloro che hanno Sky o Mediaset Premium potranno godersi (tra l'altro in differita) le prodezze dei nostri guerrieri: le partite saranno trasmesse solo su Eurosport, canale appunto raggiungibile solo attraverso abbonamenti a pagamento.
Ora, dico io. ma vi sembra GIUSTO?
No non è giusto. Rai Sport non ha acquistato i diritti. Perchè?
Non mi vengano a dire di non avere soldi. Se solo dessero più spazio a tutti gli sport invece di investire ogni minimo centesimo in TUTTE le partite di calcio dalla A alla Z, forse i soldi ci sarebbero.
Non mi vengano a dire che il volley  non è seguito.
Certo voi non ci rendete facile seguire questa passione. Ma proprio per niente.
Ogni domenica una sola partita, ogni volta una scelta pesante.
Ma posso anche capire che durante il campionato non si possa trasmettere tutto.
Posso capire. Ma la nazionale è la nazionale. Io non ho sky e non ho Mediaset Premium. Quello che posso permettermi è sperare e pregare in ogni lingua che le partite per me più importanti vengano trasmesse.
Ma mi aspetto, anzi PRETENDO che la nazionale italiana sia trasmessa in chiaro e non solo per chi si può permettere un servizio a pagamento.
PRETENDO, visto che pago il canone per una televisione che raramente soddisfa i miei gusti, che almeno la nazionale venga trasmessa, che sia dato spazio ai nostri azzurri come viene dato spazio agli azzurri del calcio.
Lo pretendo e non prendetemi per un'ingrata: sono stata felice di vedere gli Europei, a settembre, e la World League.
Ma perchè Rai Sport non da uno spazio alla nostra nazionale? Perchè?
L'unica cosa che posso fare adesso è solo attendere i risultati delle partite, leggere qualche articolo qua e là sparso per il web, ma non potrò vedere i miei azzurri.
Grazie. Vi ringrazio dal cuore.
La pallavolo è una passione per me importante, fondamentale, che vivo quotidianamente assieme a un sacco di altre persone che sono rimaste male, che sono deluse da questa CONTINUA DISCRIMINAZIONE verso la pallavolo, sistematica e senza fine.
Non  è uno sport inferiore, noi tifosi non siamo inferiori a quelli del calcio (anzi lasciatemelo dire, ma da come si sono ridotte le curve calcistiche forse sarebbe anche ora di dare meno risalto a tanto odio e a tanta violenza) ma nessuno vi chiede di cancellarlo. Solo di dare più spazio ai tanti sport che a questa Italia hanno portato tanta gloria e tante vittorie.
Sempre e comunque, anche se impossibilitata a vederli, con i nostri azzurri!

venerdì 15 novembre 2013

Cucine Lube Banca Marche Macerata - Diatec Trentino 3-1

Non sapete quanto io sia felice di poter scrivere quel 3-1. E' un'emozione troppo grande, troppo bella, troppo irruente. Tanto quasi da non crederci. Eppure controllo, vado sul sito della Lega ed è così: la mia Lube ha battuto Trento 3 a 1.
C'era la solita atmosfera un po' tesa in campo: quella leggera apprensione da parte di entrambe le squadre, sguardi di fuoco passavano attraverso la rete, due squadre che da sempre hanno sentito la tensione della sfida quando si trovavano l'una davanti all'altra. Due titani, due giganti della pallavolo.
Del resto questo incontro, Lube-Trento, per me è diventato un must, non è semplicemente un incontro, è L'incontro.
E allora andiamo a vedere cosa è successo in questo incontro, in questo match.
Quando la Lube entra in campo sembra tutto facile: durante il primo set non sembra neanche di giocare contro il Trento che tanto ammiro. Finisce in poco tempo, appena 22 minuti, in cui la Lube riesce a mettere giù pallone su pallone su pallone fino a chiudere il set 25 a 16.
Però, come dice il nostro coach, prima vinci la partita poi ridi. E infatti la Lube prende una sonora batosta quando il Trento nel secondo set comincia a rifiorire: si sveglia, diventa aggressivo e dice "Non sarà così semplice espugnare la nostra Trento". La Lube non vince dal 2011 a casa dei giallo blu, ha bisogno di questa vittoria: ma il secondo set va a Trento, finisce in 27 minuti, 25 a 21 per i padroni di casa.
Uno a uno, tutto da rifare. Alle spalle un primo set fin troppo facile e un secondo set nervoso, in cui Baranowicz il nostro palleggiatore vede persino il cartellino giallo per le troppe lamentele.
Ma noi non molliamo, non siamo una squadra che molla.
E il terzo set è un set infuocato.
Un terzo set in cui tutte le armi vengono sfoderate, in cui i titani tengono la partita sul filo del rasoio.
Batticuore, ma che spettacolo! Viene anche tirato fuori un cartellino rosso (provocandomi un mezzo infarto) in realtà poi assegnato al nostro allenatore Giuliani, il punteggio che impazzisce e che va avanti e indietro. Alla fine però la Lube riesce a chiuderlo, metterci il sigillo e arrivare al quarto set in vantaggio. 33 minuti di meravigliosa pallavolo, set finito 28 a 26 per i nostri biancorossi.
La partita però non è ancora chiusa. Si arriva al quarto set, potrebbe essere l'ultimo, potrebbe essere il set vittorioso o quello che ci porterà al tie break. Con il cuore che batte forte vedo i miei guerrieri cominciare a giocare e dimostrare quella voglia di vincere, di chiudere la partita che fa paura all'avversario. Ventiquattro minuti non sembrano poi tanti, ma vi giuro che domenica sono sembrati un'eternità. Non finiva più, non si intravedeva la fine della partita. Fino a che quel 25 è arrivato. 25 a 19 e la Lube chiude la partita e riazzera quegli anni senza vittorie, sconfigge la bestia nera che è per noi Trento e fa esplodere nel cuore dei suoi tifosi la felicità più pura. Perchè battere Trento al PalaTrento, non dargli neanche la chance di arrivare al tie break, fa sorridere. Sorridere tanto. Sorridere così.
Foto di Laura Papa (Clicca sul nome per altre foto!) 
Mvp della serata Jiri Kovar. Il nostro Jiri, il nostro altalenante Jiri, bisogna ammetterlo. Un giocatore che da molte soddisfazioni, ma che fa anche molto arrabbiare e lo dico con franchezza, avendo tanto rispetto per questo ragazzo (classe 1989, credeteci è così!) che ha grandissime potenzialità e che quando vuole in campo dimostra la sua grande classe. E' scostante, a volte mi fa arrabbiare perchè non da sempre quello che potrebbe, ma quando lo da la Lube non ha rivali. Vorrei solo vedere un Jiri Kovar più deciso e sicuro delle sue potenzialità, visto che ne ha e questa è la grande dimostrazione. Essere MVP in una partita così decisiva dimostra comunque grandi capacità, grande talento sportivo, che noi tutti vorremmo vedere sempre in campo. Ma non prendetela per una critica, è una tirata d'orecchie, una ramanzina simpatica per un giocatore che ammiro. E che vorrei vedere più spesso così forte e pronto alla battaglia. 
Foto di Laura Papa
Dopo aver giocato mercoledì contro Città di Castello (e aver piantato un bel 3 a 0 contro una squadra che comunque ha dato gran filo da torcere alla nostre Lube e che, ricordiamolo, ha battuto Piacenza e Modena) la Lube si trova ora in cima alla classifica di campionato, 15 punti, seguita dalla Copra Elior Piacenza con 11 punti, 5 vittorie in campionato e 3 in Champions, imbattuta per ora, 24 set vinti, 3 set persi, 409 punti fatti, con un quoziente set di 15. 
Possiamo dire di poter essere fieri di una Lube così. 
Una grande Lube, una grande squadra, guidata lasciatemelo dire da un grande capitano Zaytsev, da un grande allenatore quale è il coach Giuliani, seguita da un grande gruppo di tifosi, i Predators della Lube nel cuore, a cui è stata dedicata la vittoria di domenica. 
Non c'è molto da dire, da aggiungere. Solo una cosa: Sempre e comunque forza Lube! 

lunedì 4 novembre 2013

Quando si gioca col cuore!

Io sono letteralmente senza parole. La mia Lube ieri ha giocato la quinta partita da quando il campionato è cominciato (Exprivia Molfetta, Andreoli Latina, Sir Safety Perugia più due di CEV contro lo Zenit e il Posojilnica) e in cinque partite non abbiamo perso neanche un set. Non siamo crollati neanche per un set, non abbiamo lasciato nulla all'avversario: siamo una squadra che si sta lentamente formando e sta trovando il suo equilibrio, una squadra che all'inizio faceva storcere un po' di nasi, non il mio comunque, perchè radicalmente cambiata rispetto all'anno scorso.
(Foto di Laura Papa)

Una Lube che doveva trovare il suo posto e dopo la brutta esperienza della supercoppa tutti erano un po' impauriti. Un po' dubbiosi. Ma in queste cinque partite i nostri biancorossi ci hanno dimostrato tantissimo.
Soprattutto i nostri nuovi, è chiaro a questo punto quanto il nostro nuovo palleggiatore sia importante e quanto stia lavorando per dimostrare che i tifosi non dovranno rimpiangere gli anni passati.
MVP di ieri queste sono state le sue parole:



La mia intenzione era quella di commentare le partite passate, ci ho messo davvero il cuore, ma il punto è che questa Lube mi ha travolto. Non mi aspettavo niente di meno dai miei guerrieri, ma quando una squadra ti da così tanto a volte non si può far altro che rimanere con la bocca aperta, lasciando che i soli risultati parlino per la squadra.
E i risultati parlano. Abbiamo una squadra che non ha lasciato andare neanche un set, determinata, forte, coesa, che nonostante la mancanza di Simone Parodi (fermo un altro mese per un dito rotto BUONA GUARIGIONE SIMO!) è riuscita a trovare un proprio ritmo, una propria sinfonia e che comincia a fare paura. Una nuova Lube che doveva trovare una sua dimensione, ma una Lube che non si accontenta: la parola d'ordine dei giocatori sembra essere una sola: MIGLIORARE.
Ad ogni vittoria testa bassa e pronti alla nuova partita, si punta sempre più in alto, sempre più forti, sempre più determinati, pronti a qualunque evenienza.

Quello che so è che se è vero che c'è una sorta di nostalgia per la vecchia Lube, le squadre cambiano, cambiano sempre. Si va avanti, si ama la maglia, si ama la bandiera, si ama la Lube.
Si amano questi nuovi giocatori che stanno facendo di tutto per provare ai tifosi la loro fedeltà alla squadra.
E se ormai avrete capito la mia non troppo celata passione per Baranowicz perchè credo davvero in lui, non c'è da dimenticarsi il martello polacco che si è unito alle nostre fila, Bartosz Kurek, sta facendo di tutto per emergere e per farci capire che è qui ed è pronto in tutta la sua potenza a fare qualunque cosa per far vincere la Lube.
(Foto di Laura Papa

Insomma, abbiamo affrontato le prime cinque partite e le abbiamo vinte. Ma da oggi comincia la settimana dell'inferno. Perchè mercoledì la Lube affronta il Novosibirsk, fondamentale vincere per i biancorossi per mantenere la prima posizione in Cev e uscire dal girone che tanto ci spaventava, illesi. 
Ma domenica c'è Trento. 
Non so voi, ma Trento per me è LA SFIDA. Non con la s maiuscola, ma tutto maiuscolo. 
La sfida delle sfide, è il banco di prova definitivo. Sarà perchè ho sempre avuto un'alta considerazione di Trento e l'idea di affrontarli è come l'esame finale. Lì si capisce se si può davvero pensare di vincere o no. 
Quest'anno più che mai poi, dopo la batosta della Supercoppa, questa partita rappresenta per i nostri biancorossi l'idea di riscattarsi. 
Ci riusciranno? 
Io sarò lì a tifarli, qualunque cosa succeda. 
Ma c'è da dire che la nostra Lube di cuore ne ha tanto, di voglia di vincere ne ha, ma ha anche una squadra tecnicamente pronta. 
Allora in alto i cuori biancorossi! La Lube scende nell'Arena! 
Sempre forza Lube! 

mercoledì 23 ottobre 2013

Riflessioni post partita

(Questo post contiene solo un mio pensiero, non è sulle partite disputate domenica e martedì, quelli arriveranno oggi pomeriggio).
Eravamo tutti emozionati all'idea di vedere la nuova Lube giocare. Anche un po' impauriti a dire la verità, dopo la brutta partita in Supercoppa con il Trento, diciamola tutta. Non è semplice per dei nuovi giocatori prendere confidenza in così poco tempo, cercare un feeling che è necessario per potersi capire in campo, senza neanche parlarsi, solo con un'occhiata.
La Lube non mi ha deluso. Quella che ho visto domenica è stata una squadra affiatata, certo non perfetta, ma sulla buona strada verso alti standard di gioco. Ma come ho detto questo post non è sulla cronaca delle partite, ma su alcune riflessioni che mi sono venute quasi istantaneamente quando ho visto prima la partita di domenica e poi quella di martedì, in cui i nostri hanno disintegrato il Kazan con un 3 a 0 senza possibilità di replica.
Qualche tempo fa scrissi un post in favore di Michele Branowicz. Piemontese di Mondovì, classe 1989, si è aggiunto ai biancorossi quest'estate dopo l'abbandono di Dragan Travica.
Ho scritto, e ripeto non ho problemi a dirlo, non è semplice rimpiazzare uno come Travica. E' un giocatore amatissimo, che nel bene e nel male ha sempre e comunque tenuto alto l'interesse per la Lube, un regista che ha lasciato il segno. Qualcuno che parte prevenuto c'è sempre.
Non si può evitare. Però si pensa che prima o poi la gente si pieghi alla bravura, al talento. Almeno chi ha l'obiettività di ammettere l'evidenza. Lo ammetto ancora non mi sono andate giù tutte le piogge di critiche che sono cadute a mannaia su questo ragazzo (si è giovane, ma potrebbe esserci chi non è d'accordo, pazienza) post Supercoppa, inneggiando a Travica, ipotizzando il taglio delle gambe di Michele.
Ora aperta al dialogo, vorrei davvero sapere da chi inneggiava al ritorno di Travica, con la massima sincerità, se dopo queste due partite si è almeno aperto uno spiraglio di luce per Michele.
Quello che ho visto io è un palleggiatore che con i fatti ha dimostrato di meritarsi la maglia biancorossa, gestendo i suoi compagni durante la partita con abilità ed equilibrio. Un giocatore che non molla mai.
Forse allora si potrebbe cercare di dare a questo giocatore una possibilità, non di sostituire Travica, ma di darci emozioni forti vestendo la maglia biancorossa.
La riflessione successiva è ovviamente connessa alla nazionale. Sono l'unica a chiedersi come mai questo palleggiatore di talento è stato lasciato a casa? Inspiegabilmente Michele è stato escluso dalla rosa alla vigilia della final six in Argentina, senza tra l'altro aver avuto modo di provare niente. Quanto tempo è stato lasciato in campo? Forse a malapena un set (e io c'ero, mi ha fatto un'ottima impressione). Senza nulla togliere al nostro numero tredici che ha fatto un ottimo lavoro, portandoci assieme alla sua squadra all'argento, mi chiedo perchè Coach Berruto abbia deciso di togliere ogni possibilità a un ragazzo che poteva di sicuro dare molto alla nazionale. Non prendetemi per un'ingrata: io sono riconoscente a Travica del lavoro che ha fatto. L'argento che la nazionale ha riportato a casa ha anche la sua firma. Ma perchè escludere un ragazzo che aveva lavorato molto, senza dargli realmente nessuna chance di provare di poter almeno esserci per la squadra?
E' una domanda che rimarrà senza risposta.
Io credo comunque che questo ragazzo stia dimostrando a fatti quello che vale, che stia zittendo tutti quelli che già gli avevano fatto una x sopra. Eliminato? No.
La terza riflessione che vorrei fare è questa: questa nuova squadra mi piace. Un nuovo elemento ha arricchito di spettacolo e potenza la squadra che già mi faceva battere il cuore. Stiamo parlando di Bartosz Kurek.
Lasciate che ve lo presenti: Bartosz Kurek, 207 cm, classe 1988, nazionalità polacca.
Schiacciatore. Di quelli che non attaccano semplicemente, ma bucano rete, mani e lasciano crateri fumanti nel campo avversario. Da quest'anno con la maglia numero 16 della Lube, lasciatemelo dire: vederlo giocare è uno spettacolo unico. Sarà la prossima stella splendente della nostra squadra. Lo è già in effetti. Ieri in partita, ha preso tutto e lo ha trasformato in oro colato.
Un ragazzo che ci porterà vittorie, successi e tante emozioni.

Erano necessarie delle delucidazioni, sentivo di dovermi esprimere.
Ricordo a tutti che la sezione dei commenti è aperta, funzionante e al momento non moderata, per cui sentitevi liberi di lasciare commenti qua sotto, se non siete d'accordo o se volete semplicemente esprimere un punto di vista differente, magari illuminante che io non sono riuscita a cogliere.
Sempre forza Lube!

giovedì 10 ottobre 2013

Diatec Trentino-Cucine Lube Banca Marche Macerata 3-0



Fa male. Fa molto male. Vedere un 3 a 0 secco quando invece potevamo giocarcela, quando si poteva combattere e magari salvare il salvabile, non dico vincere. Con tre set a zero (25-23 25-23 25-21) il Trento si porta via la Supercoppa, lasciandoci subito a inizio campionato a bocca asciuttissima.
Cosa ho visto in campo? Non ho visto una squadra in campo. Ho un visto un Trento potente e coeso, con una ricezione pazzesca e un Sokolov che bucava ogni nostra difesa. E poi ho visto la nostra Lube. Un grande potenziale, mai giocato, mai messo realmente in campo.
Il nostro Zar che ovviamente qualche punto lo mette a segno (per la precisione 15) non sembra avere dalla squadra l'appoggio giusto. Non sembra volare in alto come fa di solito, sembra quasi opaco.
La nostra difesa era un colabrodo. Henno ha lasciato andare dei palloni senza neanche inseguirli e questo è inaccettabile per un libero della sua esperienza. Ho visto Colaci gettarsi e andare dove non credevo potesse arrivare nessuno, salvare palloni su palloni su palloni a volte andando anche a scontrarsi contro il bordo campo. E poi ho visto Monsieur Henno uscire dal campo all'ultimo set e non era neanche sudato.
Ho visto talento, un grande talento in Bartosz Kurek, il nostro nuovo acquisto polacco, tanta potenza, tanta voglia di vincere e di provare ai compagni che è meritevole della loro fiducia.
Ho visto Baranowicz il nostro regista avere qualche difficoltà, ma giocare alcuni palloni davvero splendidi. Diamogli tempo e acquisirà esperienza, un regista deve poter conoscere bene i compagni (senza contare che Michele si trova a dover ricoprire un ruolo difficile per altri motivi, ma di questo parlerò dopo).
Ho visto un Kovar completamente assente. Sia in ricezione sia in attacco, Kovar è stato trasparente: non si è mai visto ieri sera, se non per alcuni errori costati alla squadra alcuni punti.
Ho visto i nostri due centrali serbi Stankovic e Podrascanin in grande difficoltà, nonostante se ne possano tornare a casa rispettivamente con 5 e 8 punti. Hanno tentato di arginare Trento, ma anche loro devono tornare qui con la testa.
Ho visto un Simone che poteva fare molto di più, lo dico sapendo quanto vale il nostro numero 3, lo dico sapendo che Simone è il giocatore jolly che può sbloccare le situazioni critiche. Forse messo in campo troppo tardi, forse comunque non al massimo ieri sera.
Ho visto una Lube non al passo, una Lube non coesa, non unita, ognuno pensava al proprio piccolo orticello ed è questo il grande errore che ci ha portato alla disfatta. Abbiamo bisogno di un collante, di vederli assieme, con la testa e con il cuore, perchè solo una squadra unita può vincere.
Si dice, si mormora, che chi vince la Supercoppa a inizio anno poi non vince più nulla. Il tempo saprà dirci se la maledizione da supercoppa è vero o meno.
Intanto da adesso a inizio campionato Coach Giuliani ha una settimana e mezzo per rimettere in riga i suoi ragazzi, per unirli e per cercare di dargli quella marcia in più, per risolvere i problemi in battuta e in ricezione.


Lasciatemi fare una piccola postilla a favore di Michele Baranowicz. Questo ragazzo giovane, classe 1989, ha appena preso il posto di palleggiatore nella nostra Lube. E' un ruolo per niente facile, è il centro del campo, è lui a decidere dove mandare la palla, chi colpisce, la strategia è nelle sue mani. Non mi è piaciuto l'atteggiamento di alcune "tifose" che ieri sera si sono lamentate della mancanza di Travica in campo, tagliando di netto le gambe a Baranowicz dopo una sola partita.
Fatto 1: Dragan Travica se n'è volontariamente andato dalla Lube. E' partito per le lande ghiacciate del Belgorod, è suo diritto scegliere, ma è stato lui a decidere, nessuno l'ha costretto, nessuno l'ha messo sul mercato a forza come un merluzzo sul banco del pesce. Il nostro numero 13 era un giocatore importantissimo, ma ora non c'è più. Io dico che c'è chi prima di inizio stagione dovrebbe farsi un esame di coscienza e ammettere che forse sarebbe più sincero tifare Belgorod, invece che passare la stagione a sospirare e a dire manca Dragan.
Dragan mancherà sempre. Come del resto mancherà Cristian Savani. Ma un tifoso ama la squadra, non il singolo giocatore. Se no non si è tifosi, si è fan. Il che non vuol dire essere inferiori, ma solo e semplicemente avere un approccio diverso. Se si è tifosi si segue la squadra, se si è fan si segue il giocatore.
Fatto 2: Michele Baranowicz ieri sera non ha fatto schifo, nonostante quello che molte moltissime ragazze hanno detto, io ho trovato il suo gioco interessante e il suo modo di dirigere la squadra abbastanza buono. Da migliorare, del resto si può sempre migliorare, ma c'è un potenziale lì sotto quell'espressione impassibile che decide di tenere in campo. E io voglio vederlo quel potenziale.
Perciò per favore, non attaccatelo, non è semplice sostituire un giocatore che nel bene e nel male è stato amato tanto come Travica. Lasciamogli la possibilità di evolversi, di crescere. E di vincere anche per noi tifosi biancorossi.

mercoledì 2 ottobre 2013

Dedica Speciale!

Oggi compie gli anni il nostro Zar.
Allora lasciate che io faccia tanti auguri al nostro Ivo nazionale, nell'unico modo che conosco. Scrivendo. Qui in giro per il blog di cose sullo Zar ne ho scritte. Tante. E' uno dei miei giocatori preferiti. Credo che Lucchetta abbia trovato il soprannome perfetto quando ha cominciato a chiamarlo Thor.
Thor, per chi non lo sapesse, è una divinità di origine germanica, figlio di Odino, e il suo nome significa tuono. Leggendario il suo martello che si abbatteva sui nemici. Come la leggendaria battuta del nostro Zar che si abbatte sugli avversari senza pietà.
Il braccio potente e lo sguardo determinato, un giocatore che non molla, che guarda dritto negli occhi l'avversario prima di scatenare la sua furia. Un piacere da guardare in campo, senza riserve dedica alla partita tutto sé stesso, senza limiti, senza confini.
Questo ragazzo oggi compie 25 anni.
E non posso che augurargli ogni bene possibile. Non posso che augurargli di raggiungere l'Olimpo della pallavolo, lassù, dove c'è già pronto un posto per lui, il posto che gli spetta.
Allo Zar, a Thor, a Ivan, o Ivo come alcuni lo chiamano.
Auguri ragazzo.
You're gonna go far!


martedì 1 ottobre 2013

Sono una bimbaminchia, CROCIFIGGETEMI!

Qualche tempo fa scrissi un blog contro un articolo su Panorama (per leggere l'articolo clicca qui ). Un articolo che parlava di come la pallavolo aveva raggiunto un pubblico sempre più giovane e che parlava dei pallavolisti come rock star. Allora credevo che quell'articolo fosse una cosa negativa per la pallavolo. Io ero una di quelle ragazze che nell'articolo parlava di Dragan Stankovic, il mio tuttora giocatore preferito nella Lube. 
Ma si può cambiare nella vita. Si può andare avanti, ci si può evolvere. 
Si può capire. Mi spiace perchè la giornalista che aveva scritto l'articolo è stata gentilissima con me, non solo durante l'intervista, ma anche dopo. E io ho scritto contro di lei un blog che non meritava. 
Per questo mi scuso, perchè le cose cambiano, le persone capiscono, e se si è giusti con se stessi e si capisce di aver sbagliato, le scuse sono obbligatorie. Non c'è demerito a chiedere scusa, ad ammettere di avere sbagliato. Sarebbe ingiusto continuare invece a dire di avere ragione, quando si è in palese torto. 
Cristina mi dispiace. 
Quello che mi ha fatto capire il mio errore è stata una certa corrente di pensiero che ultimamente si è fatta strada in giro per la rete. Una corrente di pensiero PURISTA, chiamiamola pure così, che si erge a difesa della pura pallavolo, contro le bimbeminchia (questo il termine usato principalmente nelle conversazioni) che si esaltano nel vedere la pallavolo apprezzandone magari non la bellezza del gioco, ma piuttosto la bellezza dei giocatori. 
Solitamente sono una purista, un'estremista in ciò che faccio. Ma non quando si tratta di libertà. 
Voltaire, il grande filosofo francese, una volta ha detto: Je ne suis pas d’accord avec ce que vous dites, mais je me battrai pour que vous ayez le droit de le dire. 
Non sono d'accordo con quello che dici, ma mi batterò perché tu possa avere il diritto di dirlo. 
Io mi batterò. 
Mi batterò affinchè tu ragazza, bambina, donna, possa pure andare a vedere una cavolo di partita solo perchè apprezzi la bellezza dei nostri ragazzi. Non togli nulla a me, non mi togli il diritto di vederli, né tanto meno di tifare la mia squadra. Io mi batterò. Perchè il clima della pallavolo è sempre stato gioioso e sportivo e giudicare gli altri come scarti solo perchè la pensano, la vivono in maniera diversa non è gioioso e non è sportivo. Quante volte mi sono scappati commenti sulla bellezza dei nostri azzurri? Mi è capitato, non me ne vergogno, vado per tifare, ma non sono cieca. Questo non mi rende peggiore. E non rende peggiori le ragazze che magari pubblicano sul loro wall la foto di Ivan scrivendo che figo! E' figo, diciamolo. E' soprattutto bravo, ma è anche figo, perchè no? C'è una cosa che non mi è mai piaciuta nella mia vita (e forse è il sangue di due sessantottini che scorre nelle mie vene a non farmela piacere) e sono le crociate moraliste di chi si sente superiore. Sono le pagine aperte contro qualcuno che neanche si conosce giusto per il gusto di riunirsi in piccoli circoli e sparlare di altre ragazze. Giusto per dire sono superiore, io sono più matura, io sono migliore. E... adesso che sei arrivata a questa conclusione, com'è cambiata la tua vita? Com'è migliorata? Ti senti davvero migliore? Superiore? 
Allora, crocifiggetemi. Non voglio essere superiore. Non voglio odiare. Non voglio giudicare gli altri. Mi faccio chilometri su chilometri per vedere la mia Lube, la mia motivazione io ce l'ho e va ben al di là dei pettorali dei nostri giocatori. Ma ognuno ha la sua motivazione e condivisibile o meno, è una motivazione e come tale deve essere rispettata. Invece di cercare di impegnare il proprio tempo magari a sostegno di qualche giocatore o di qualche squadra, alcuni preferiscono passarlo a odiare. 
Ma se sto scrivendo queste parole è perchè SO, CONOSCO LA SENSAZIONE che queste ragazze provano quando vengono additate dalla folla come bimbe minchia. Manco fossero assassine. So, perché ricordo bene quando quell'articolo uscì e ci fu una specie di rivolta contro quelle ragazze che avevano semplicemente fatto dei commenti su alcuni giocatori. So la sensazione di freddo, di solitudine, di pensare oddio ma cos'avrò mai detto o fatto per essere trattata così? Ma Cristina aveva solo scritto un articolo un po' diverso dal solito, un articolo che parlava dei giocatori, ma anche delle tifose. Che sì tifano, ma perchè no guardano anche. E' un pacchetto unico. Solo adesso capisco l'enorme errore che ho fatto quando ho scritto quel blog. Roberta Paola e Michela mi hanno fatto riflettere tante volte e ho capito adesso, ho capito. Mi batterò perchè tutte possano dire la loro. Anche chi magari fa un commento solo estetico, ma che lo faccia pure. Che possa dirlo senza dover essere insultata per questo. Ognuno risponde di quello che fa, gli altri prendono vie diverse, ma viviamo in un paese libero. 
Per cui sì: sono una bimba minchia. CROCIFIGGETEMI IN SALA MENSA COME FANTOZZI. Ma guardate a voi stesse prima di giudicare senza pietà. 

sabato 21 settembre 2013

Il martello di Thor si abbatte su Danimarca e Bielorussia

Ogni giornale, ogni quotidiano, ogni blog sportivo ha rimarcato un fatto: è la nazionale più giovane. Spaventa, questa gioventù, che non può vantare la saggezza e l'esperienza di chi il campo lo conosce fin troppo bene.
Spaventa, ma vi assicuro che dopo queste due partite, non spaventa più: una squadra così giovane, ma forte, determinata, con tanta voglia di provare a tutti quanti che sì, è vero, sono giovani, ma non c'è nulla che non si possa fare. La maglia azzurra comincia a volare alto.
Cominciando dai centrali Matteo Piano e Thomas Beretta (entrambi classe 1990) che in questi mesi di pausa post World League (in cui abbiamo rubato il bronzo di bocca alla Bulgaria, la storia si ripete!) hanno lavorato sodo e si vede. Più sicuri, più concentrati, più letali.
Beretta il leone, con la sua criniera di riccioli e barba, ruggisce e spaventa gli avversari, in battuta e a rete. Ma la rivelazione, permettetemelo, è sicuramente Matteo Piano. Due metri e sette centimetri di ragazzo, esordiente in azzurro (come Beretta del resto) proprio quest'anno, alla World League avevamo visto un talento ancora da limare e perfezionare, un diamante grezzo che aveva ancora bisogno di perfezionarsi. A due mesi neanche dalla World League, venerdì torna in campo e lascia tutti a bocca aperta. A cominciare dai primi tempi letali e precisi che scarica sul campo avversario senza averne mai abbastanza. Salta, mura, colpisce, fa punto. Un ragazzo dal sorriso sincero e dalla mano che senza pietà si abbatte sull'avversario.
E proseguendo in attacco dove alcuni evergreen come Cristian Savani, adesso infortunato ma sono sicura pronto a tornare in campo quando verrà il momento, e Simone Parodi (oggi uno dei top scorer della partita) giocatore affidabile e spettacolare in difesa e in attacco, si affiancano ad alcuni esordienti davvero interessanti come Luca Vettori, il ragazzo dalla battuta mortale, che arriva sull'avversario potente e veloce, senza possibilità di replica. E ovviamente Jiri Kovar, grande giocatore, che oggi ha caricato una parte di squadra sulle sue spalle, guidando i compagni verso la vittoria. (bentornato definitivamente Jiri)  Con, ovviamente, il nostro Dragan Travica in regia, affidabile, estroso e determinato a guidare i suoi attraverso la partita.
Anche in difesa abbiamo grandi novità: Salvatore Rossini, grande libero che già in campionato si era fatto notare, quest'anno in maglia azzurra riesce, nonostante abbia accanto uno come Andrea Giovi, a creare pure sinfonie di difesa, Rossini di nome e di fatto.
Non tradisce però la grande esperienza di Lele Birarelli, che in World League ha decisamente dato il meglio, un apporto fondamentale alla squadra, ma che purtroppo in questi giorni non abbiamo visto giocare, causa infortunio. Speriamo di vederlo tornare presto, il Bira nazionale è sempre nei nostri cuori.
Che dite dimentico qualcuno?
Ah si.. certo.
Dimentico Thor, il martello degli dei, lo Zar di tutte le regioni italiane, l'ultimo dei moicani italiani, l'uomo dalla cresta più alta di tutti gli europei di pallavolo, semplicemente Ivo.
Ivan Zaytsev, classe 1988, lo Zar, cresta bionda, occhi glaciali, mano potente e senza limiti. Quando tocca una palla, non fa solo punto: lascia crateri fumanti sul campo avversario, piega le mani dei muri che hanno l'ardire di alzarsi contro di lui, rilevante, necessario come l'ossigeno, un leader, un futuro grande capitano. (e permettetemelo ma essendo una Lubina, non vedo l'ora di vederlo rivestire di nuovo la maglia biancorossa!)
Chi credeva che fosse tutto fumo e niente arrosto di sicuro in questo momento si sta mangiando mani, polsini e maniche. Ivan ha dimostrato di non essere solo potenza, ma di essere un giocatore prima di tutto di testa, di tattica, un trascinatore. Quando la squadra era giù, quando vacillava, nei suoi occhi si scorgevano una calma e una determinazione in grado di contagiare i compagni, un grido da guerriero quando lancia le sue "lavatrici".
Possiamo davvero dire di poter essere fieri della nostra Italia. Domani alle 18 lo scontro con il Belgio.
Nell'attesa, culliamoci nella felicità di avere questa squadra.
Forza Azzurri!

lunedì 24 giugno 2013

Italia-Cuba 3-0 (di Elisabetta Pugliese)

Mi trovo alla biglietteria del Nelson Mandela Forum di Firenze e il mio cuore impazzisce quando mi vengono consegnati i biglietti per la partita Italia-Cuba della World League. Una folla indescrivibile di circa cinquemila persone venute da ogni parte di Italia, si appresta ad invadere gli ingressi del Forum. E in mezzo a quelle persone ci sono anch’io, Elisabetta, che ho fatto cinque ore di pullman per poter realizzare il mio sogno più grande: vedere la Nazionale giocare. In compagnia di una mia amica, armata di trombetta da stadio, fotocamera e indossando un trucco rigorosamente azzurro (con tanto di bandierine italiane disegnate sulle guance), cerco disperatamente di trovare l’ingresso C: mi hanno infatti assegnato i posti centrali. Finalmente lo trovo e il mio cuore raggiunge un numero di pulsazioni inenarrabile, mentre salgo uno ad uno quegli scalini che sembrano essere infiniti. E mentre faccio fatica a respirare per l’emozione, davanti ai miei occhi vedo i ragazzi che si stanno scaldando. Mi siedo al mio posto e aspetto paziente. Presto il riscaldamento giunge al termine, seguiamo attentamente la presentazione delle due squadre e ci alziamo in piedi per ascoltare l’inno nazionale italiano. La prima cosa a cui penso mentre canto è che il forum è gremito di persone diverse tra loro, che non ce n’è una che sia uguale ad un'altra. Eppure su quelle note sembriamo tutti una cosa sola, uguali e tutti lì non credo solamente per vedere una semplice partita, ma perché ci sentiamo parte di qualcosa che rappresenta le nostre radici e che nessuno potrà mai spezzare. Noi siamo l’Italia stessa.
Viene dichiarata la formazione cubana e subito dopo quella italiana: in campo Travica, Savani, Giovi, Beretta, Birarelli, Parodi e Zaytsev. La partita inizia e l’Italia domina il primo set, così come i due successivi. Durante la partita Thomas ha qualche problema, sembra non essere entrato totalmente in partita, così al suo posto entra Matteo Piano. La stessa cosa avviene per Cristian, che dopo l’infortunio alla Lube ha sì recuperato piuttosto velocemente, ma a mio parere fa ancora abbastanza fatica in alcune cose, ad esempio nel servizio. Alla fine, anche al suo posto entra un altro giocatore, Luca Vettori. E’ un ragazzo molto giovane, ma lasciatemelo dire, una vera promessa del volley. Alla sua età è già tecnicamente fortissimo e, col tempo e con costante allenamento aumenterà sicuramente la sua esperienza e a parer mio diventerà uno dei più forti giocatori del nostro paese.
I ragazzi, compresi i giovani Matteo e Luca, chiudono ben presto la partita e, con una buonissima prestazione, sconfiggono la nazionale cubana con un secco 3-0. 


La mia amica ci teneva tantissimo, come me del resto, ad avere foto o autografi dei giocatori, così iniziamo ad accalcarci prima ai bordi del campo, e poi davanti al pullman della nazionale. Alla fine, tra lividi, transenne, spintoni e una miriade di gente riusciamo ad ottenere qualcosa, anche se ovviamente non da tutti. Bellissimo è stato vedere Giovi che cercava di convincere le ragazze che Ivan se n’era già andato via, vedere sia lui che Dragan fare video dal cellulare a tutta quella folla che era lì per loro. Ma la cosa più impagabile in assoluto è stato osservare la gente che lanciava a Cristian le varie cose da autografare direttamente dal finestrino e lui che le rilanciava dal pullman in corsa. Insomma, proprio pazzi i nostri ragazzi e questo mi fa pensare che in fondo sono persone normalissime come noi, che hanno un grande privilegio, ovviamente direttamente proporzionale al loro enorme talento. Sapete io sono di Macerata, e quindi una tifosa  sfegatata della Cucine Lube Banca Marche Macerata. Ormai il fontescodella è la mia casa, quindi fidatevi che l’emozione di vedere la propria squadra del cuore giocare, seguirla fin dove si può in trasferta, tifarla fino a finire la voce e a sentire dolore alla gola,  tutto rigorosamente  e costantemente accompagnato da palpitazioni (e personalmente anche da bacchette e tamburi e maglia dei Predators) l’ho provata molte volte e so cosa significa. Eppure posso anche dire che guardare la nazionale è un’altra cosa. Non si può descrivere, perché è qualcosa di irripetibile e che accade poche volte nella vita, e quindi mi sento fortunata ad averne fatto parte. Posso dire di avere ufficialmente realizzato il mio sogno, e di quei due giorni a Firenze non rimpiango assolutamente nulla, lo rifarei all’infinito. Perché i nostri ragazzi non fanno parte di una squadra qualunque, ma di quella che rappresenta il nostro paese. Tutti loro sono il nostro ORGOGLIO ITALIANO.
Elisabetta Pugliese        


sabato 15 giugno 2013

L'affaire Juantorena

E' tutta l'estate, ma che dico, è tutto quest'anno, no no, è tutto il campionato e anche di più che si parla dell'affaire Juantorena. Per chi si fosse sintonizzato solo ora e vivesse su un altro pianeta, ecco i punti salienti: 
Osmany Juantorena è un giocatore del Trento di origini cubane naturalizzato italiano. Tecnicamente potrebbe giocare in nazionale italiana. Quando all'orizzonte si prospettò una tal possibilità, successe un piccolo putiferio. A domanda, Travica e Zaytsev risposero che la nazionale non aveva bisogno di Juantorena. Da lì alla battaglia tra chi sostiene che Juantorena dovrebbe essere in nazionale e chi no. (ho fatto un riassunto davvero breve, ma se cercate in questo blog troverete un articolo più esteso e più preciso!) 

Ora parliamoci chiaro. Con sincerità: non ho nulla contro Juantorena come giocatore. E' un bravissimo giocatore, nulla da dire. Alla fine è quello che si dovrebbe tener di conto, le abilità come giocatore. Però io la penso in modo molto semplice: possiamo discutere e insultarci tutto il giorno, alla fine sarà Berruto a decidere  e fidatevi che non darà di certo ascolto a noi. Ma (eh si c'è un ma) mi chiedo, con questa nuova nazionale, piena di giovani pronti a provarsi sul campo, pronti a mettersi alla prova pur di indossare su quel campo la maglia azzurra, ci sarà posto per Osmany? 

Fino a ieri i miei dubbi erano solamente questi. Del resto quello che Berruto sceglierà per me andrà bene, io lo sosterrò. Ma ieri, proprio ieri è successa una cosa che ha cambiato in parte la mia opinione. Ieri ho avuto il privilegio di vedere Italia-Cuba. Una partita che aspettavo da tempo e che, lo confesso, mi ha deluso un po'. Non mi ha deluso la nostra nazionale, mi ha deluso Cuba. Non ha giocato come avrebbe giocato la Cuba che mi aspettavo (e credo che tutti si aspettavano). Giustamente mi ha fatto notare un amico che se Cuba avesse permesso ai dissidenti di giocare la partita sarebbe andata molto diversamente. Verissimo. Tant'è che le cose sono andate così. Ma a un certo punto durante il secondo set sento bisbigliare la ragazza dietro di me "Guarda c'è Juantorena!!" Io giro subito la testa e vedo nel settore a bordo campo proprio Osmany Juantorena, seduto lì in mezzo al pubblico che con una faccia scura in volto guarda la partita. 

Ora io capisco che Juantorena essendo cubano sia venuto alla partita con l'intento di tifare Cuba. Del resto è il suo paese. la sua patria e anche se non può giocarci il suo cuore è lì. 
Ma proprio per questo come si può pensare di sceglierlo per la nazionale? La nazionale non è un club qualsiasi. Non è una squadra per cui tu puoi giocare pur tenendo a un'altra. La nazionale è la nazionale e come tale deve essere sentita. Indossare quella maglia azzurra, almeno io la vedo così, è una questione di patria, ma non necessariamente quella da cui tu vieni, ma quella che senti tua. Quanti infatti nella nostra squadra hanno origini straniere? Lo stesso Ivan Zaytsev, una delle nostre colonne portanti, ha origini russe, Dragan Travica è metà croato. Eppure sono certa, CERTA, che se ci dovesse essere Italia Russia Ivan tiferebbe l'Italia. 
E' semplice come questione: non puoi vestire la maglia azzurra se nel tuo cuore non ti senti italiano, se dentro di te sai e pensi che se non fossi considerato dissidente vorresti indossare la maglia di Cuba. E' giusto, è da dove vieni, dove sei cresciuto, la tua patria e nessuno ha diritto di giudicarti per questo. Nessuno ha diritto di insultarti o peggio. Però bisogna essere sinceri: la nazionale non è un club, l'ho già detto. E' prestigioso essere scelti per portare quella maglia. Rappresenti il tuo stato, rappresenti quella che senti come patria. 
Se Osmany non sente l'Italia come patria non dovrebbe portare quella maglia. 

Vorrei sottolineare un paio di cose prima di chiudere: stimo Juantorena come giocatore. E' davvero bravissimo e sono sicura che porterebbe potenza e forza alla nostra nazionale, ma non ci si può ridurre solo a questo. Non basta questo per vestire la maglia azzurra. Se no giocarci diventerebbe solo giocare in un qualsiasi altro club. 
E allora che differenza farebbe? 
Sempre forza Azzurri! 


domenica 5 maggio 2013

Copra Elior Piacenza-Itas Diatec Trentino (Gara 4) 3-0

Chi si aspettava, dopo la partita di domenica scorsa in cui l'Itas ha chiuso 3 a 0, lo scudetto nelle mani del Trento in questa giornata, dovrà aspettare.
I leoni di Piacenza oggi hanno compiuto un'altra impresa: hanno asfaltato il Trento e hanno concluso 3 a 0, annullando qualsiasi tentativo da parte degli avversari di rimontare e riprendersi la partita.
C'è da dire che il primo set non inizia sotto i migliori auspici per l'Itas: Holt va alla battuta e fa ace, così, elegantemente, lanciando un messaggio ai giocatori al di là della rete. Volete lo scudetto? Anche noi. E tanto.
Affamati e agguerriti i giocatori di Piacenza piazzano punto su punto, palla su palla, senza lasciare un centimetro a Trento.
Un Trento che rispetto al passato appare più grigio e insicuro del solito. Che sbaglia in battuta (dove di solito eccelle), che si fa prendere alla sprovvista dall'avversario (Piacenza può vantare oggi un grande numero di ace). Un Trento che non sembra la squadra imbattibile, determinata e implacabile che di solito è.
Ci si aspettava una gara combattuta e in effetti è stato così, ma combattuta in modo diverso perchè i ruoli da mercoledì scorso si sono invertiti: questo pomeriggio è stata Trento a cercare di arginare per come poteva una Piacenza che non ha mai smesso di provarci.
Spicca tra tutti in questa partita Hristo Zlatanov. Uno Zlatanov forte e determinato, sempre pronto, potente, preciso, inarrestabile.
Come ho detto molti oggi mettendosi davanti alla televisione, forse basandosi sull'ultima partita, si aspettavano un finale diverso. Forse è stato questo l'errore dei trentini, sono scesi in campo troppo sicuri.
Forse non si aspettavano un Piacenza così.
Ma la fame di scudetto da parte dei bianco rossi, di questa squadra che può vantare tra le sue fila, oltre a Zlatanov, Papi, Fei, De Cecco, Simon, Vettori e Holt, era troppo grande per chiudere le danze a gara 4.
Non si poteva proprio.
La squadra di Stoytchev cerca di ritornare in sè più volte. Si trova persino in vantaggio in molti punti importanti, cerca di ritrovare l'antico splendore, di scrollarsi di dosso il nervosismo, ma anche il secondo set scivola dalle loro mani, velocemente.
Piacenza comincia a sperare veramente, comincia a intravedere la gara 5, si giocano davvero tutto.
Arriva un terzo set di fuoco. Tra video check continui, alcune discussioni, un set molto altalenante.
Un set giocato all'ultimo punto.
Ma alla fine Piacenza si prende quello che è suo. Quello che è giusto sia suo.
Tre set. Tutti bianco rossi, meritatamente bianco rossi.
Un Piacenza da urlo, che arriva e mette fine ai sogni, per oggi, del Trento di portarsi a casa lo scudetto numero tre.
Ora si va a gara 5, a casa dell'Itas.
Sarà un v day emozionante.
Miglior giocatore?
Zlatanov senza dubbio. Un applauso a lui che oggi ha dato veramente ogni cosa.
E che è riuscito a guidare la sua squadra alla vittoria.

sabato 4 maggio 2013

Fiera di amare la pallavolo!

So che questo probabilmente rimarrà solo un post in un remoto blog.
Ma sono fondamentalmente un'ottimista, un'idealista. Sono una sognatrice.
Ci sono tre cose che amo nella vita: la criminologia, scrivere e la pallavolo.
Nell'ultimo anno sono riuscita a fondere le ultime due cose e a farne questo blog. Non so se il risultato vi è piaciuto, ma personalmente vederlo crescere ogni giorno un po', mi ha fatto sentire orgogliosa.
In questi due giorni due cose sono successe: la Tonno Callipo e l'Altotevere San Giustino hanno comunicato (quasi contemporaneamente) che non ci sono i presupposti per mantenere le squadre in A1 e che quindi non saranno presenti l'anno prossimo in campionato.
E' difficile pensare a un campionato più scarno, più magro, a causa di una crisi economica che sta avvolgendo ormai tutto il paese e che ovviamente si espande a tutti i settori, sport incluso.
Soprattutto gli sport che, in questo paese, vengono relegati in spazi minori. Noi siamo l'Italia, il paese del calcio. E' lo sport nazionale, mi disse una volta mio padre, tutto impettito, quasi offeso quando avevo osato dire che forse lo spazio che veniva dato al calcio era fin troppo rispetto alla pletora di sport e grandi sportivi che possiamo vantare nel nostro bel paese.
Pallavolo, basket, pallanuoto sono solo alcuni esempi di settori sportivi che vengono presi in considerazione solo come semplici tappabuchi quando non ci sono partite di calcio. E mentre i tifosi di calcio possono contare su un numero illimitato di canali su cui guardare le partite della propria squadra, noi tifose di pallavolo dobbiamo pregare nelle lingue più strane perchè quella domenica Rai Sport decida di dare spazio ad altre squadre. Magari non alle solite quattro.
E dobbiamo ringraziare Sportube che in questo anno ha dato l'occasione a un sacco di noi di poter assistere alla partita della squadra del proprio cuore, perchè bisogna dirlo, per quelle di noi che hanno la sfortuna di vivere lontano dalla sede della propria squadra è difficile seguire con costanza le partite.
Non voglio lagnarmi. Ringrazio per tutte le volte che ho potuto vedere la Lube su Rai Sport o su Sportube, ringrazio di cuore i telecronisti, dall'ormai celebre Andrea Lucchetta, ai meno celebri ma non per questo meno importanti Walter Astori e Cecilia Rolando, che ci hanno accompagnato nel mondo del volley con i loro commenti e le loro voci.
La pallavolo è uno sport splendido.
Non mi sto augurando che un giorno possa soppiantare il calcio, non sarebbe giusto.
Ma dico queste cose, questa crisi nasce anche da un disinteresse. Un disinteresse sostanziale che ripeto relega gli sport che non sono il calcio in uno spazietto minuscolo, quello che resta, quello che rimane.
Le briciole giornalistiche, le pagine non occupate dal calcio.
Ma forse queste squadre lavorano meno di quelle di calcio? Forse si allenano meno? O faticano di meno quando giocano? E noi tifosi valiamo meno dei tifosi di calcio?
Che forse non sentiamo il cuore sobbalzare nella cassa toracica quando sentiamo vicina la fine di un set e siamo punto a punto?
Non esultiamo con altrettanto entusiasmo quando i nostri segnano?
Il cuore che batte è lo stesso.
Il sangue che pulsa è esattamente uguale.
Date spazio allora anche ai nostri eroi, concedeteci di poter esultare anche se siamo lontani.
Dateci la possibilità di far capire anche ad altre persone quanto è bello il mondo della pallavolo.
Quanto questo sport sia esaltante, emozionante, senza respiro.  
Apriamo il mondo dello sport, ampliamo gli orizzonti e forse, dico forse, ci sarà un giorno in cui la Tonno Callipo e San Giustino potranno tornare.
In cui le squadre di pallavolo avranno le stesse possibilità economiche di quelle del calcio.
Un giorno in cui la pallavolo verrà vista come sport, e non come altro sport.

Se questo post vi ha portato qualcosa, se questo sport per voi significa quello che significa per me, fate un semplice gesto: diffondetelo.
Proud to love volley!

giovedì 2 maggio 2013

I miei 10 preferiti

In attesa della World League (e della finale di scudetto..) pensavo di intrattenervi con una lista speciale.
I miei 10 pallavolisti preferiti.
La lista è basata su vari criteri, ma sinceramente non aspettatevi una lista da quotidiano sportivo.
Questi dieci nomi sono scelti in base alla mia esperienza, alla mia passione, alle mie opinioni.
Cominciamo?

1) Luigi Mastrangelo

Non ammetto critiche. Il Mastro nazionale è stato per me il primo pallavolista, la prima passione sportiva, il primo mito. Il Mastro non si discute. Il Centrale con la C maiuscola, l'uomo dalla volontà di ferro e dal muro di marmo, Gigi non fa solo parte della storia della pallavolo. La sta ancora scrivendo. 
E' vero, ultimamente è incappato in qualche problema, ma davvero basta così poco per far dimenticare a tutti quanto quest'uomo è stato grande? 
Per me non sono ammesse critiche. Il Mastro è il numero uno. 

2) Dragan Stankovic 

Non è un caso che i miei due primi giocatori preferiti siano entrambi centrali. E' un ruolo che mi è sempre piaciuto, mi ha sempre affascinato. 
Una folta chioma nera, due occhi determinati, primi tempi che infestano gli incubi dei suoi avversari. 
Riservato, timido al di fuori del campo, un leone in partita. 
Di nazionalità serba, da anni ormai veste la maglia bianco rossa della Lube. Un giocatore calmo e razionale, ma allo stesso tempo impetuoso e imprevedibile. 
Dragan ha scalato velocemente la classifica dei miei dieci preferiti, piazzandosi al secondo posto, un secondo posto di tutto riguardo. 

 3) Ivan Zaytsev 

Datemi pure della scontata. Sarò banale. 
Ma lo Zar è lo Zar. E non è certo terzo in classifica per il suo bel faccino. 
Una delle cose più belle in questo anno è stato vedere dal vivo questo fenomeno. Vedere la grinta, la rabbia, la potenza del suo braccio. Lo Zar è pura emozione. 
E' pura potenza. 
La cresta bionda, gli occhi azzurri, è solo la patina che ricopre il mondo che sta sotto, quello che davvero pochi notano. Perchè molti (e moltE) si fermano solo alla bellezza. Ma perchè? 
Perchè, quando questo ragazzo così giovane, può dare molto di più? 
You're gonna go far kid! 

4) Tsvetan Sokolov 

Classe 1989 (giuro non sto scherzando) 2 metri e 5 centimetri. 
Imponente, potente, spaventoso quando è dall'altra parte della rete. Dalla Bulgaria (patria di un altro pallavolista più in giù nella classifica) arriva questo ragazzo, che se lo sentite parlate probabilmente un pensiero balenerà nella vostra mente: nooo lui? potente? Spaventoso? 
Sembra uno di quegli orsacchiotti giganti che vendono dalla trudy, quelli che tutti vorrebbero, quelli morbidi e coccolosi. 
Non fatevi ingannare. 
Questo ragazzo (per citare Lucchetta che ormai usa questa frase come suo status symbol) lancia lavatrici, lavandini, frigoriferi e qualsiasi elettrodomestico che vi venga in testa. 
C'è altro da dire? 

5) Simone Parodi 


Perdonatemi, lo so, è il terzo giocatore della Lube. Ma ve l'ho detto. Questa classifica è stata fatta in base alle mie opinioni, al mio cuore.. E il mio cuore è biancorosso. 
C'è da dire però una cosa: Parodi è sottovalutato. 
Molto sottovalutato. 
Da tutti. O quasi. 
C'è infatti chi ha capito quanto questo giocatore possa dare a una squadra, quanto Simo possa essere determinante. Partiamo col dire che pure essendo un bravissimo schiacciatore, Parodi è fortissimo in ricezione. O meglio ANCHE in ricezione. 
Giocatore preciso, metodico, dalle diagonali da cecchino, battuta precisa, ricettivo e attento. 
Un giocatore grandioso, da guardare e per cui tifare. 
E' il magico numero 6. 

6) Andrea Giovi 

Classe 1983, libero del Perugia, soprannominato Bestia, alcune delle mie amiche sanno quanto Giovi mi piaccia. Come giocatore, come persona, come tutto. 
Spiritoso, simpatico, senza esagerare, fuori dal campo, serio, pronto, deciso a prendere ogni pallone. 
Leggendaria fu la partita contro il Brasile: Giovi MVP, portò l'Italia alla vittoria. 
E' proprio uno di quelli che non vedo l'ora di vedere giocare a giugno. 
(Gustatevi questo video, che è meraviglioso!) 



7) Matey Kaziyski


Quando penso a Kaziyski io penso a una cosa: potenza. Matey è micidiale. 
Vederlo giocare è qualcosa di unico, qualcosa che ti rimane dentro. Ho visto qualcosa che non era un semplice giocatore di pallavolo colpire una palla: ho visto Kaziyski trasformare un pallone in una bomba, in un'arma letale che ha atterrato l'avversario. 
Ed è stato qualcosa di unico. 

8)Nikola Grbic 

Classe 1973, di pallavolo buona Nikola ne ha vista e ne ha fatta tanta. Attualmente palleggiatore del Cuneo, ma forse quest'anno lascerà la maglia verde per andare chissà dove, sto parlando di un gran signore. 
Ho avuto anche il piacere di farci una foto assieme prima di Macerata-Cuneo, una partita elettrizzante, per noi che abbiamo vinto, un po' meno per loro. Ma un gran signore, un grande palleggiatore, di grande esperienza. 
Merita un posto nella mia classifica. 

PRIMA DI LEGGERE GLI ULTIMI DUE POSTI VOGLIO FARE UNA PREMESSA. A BUONA RAGIONE IN QUESTA CLASSIFICA SAREBBERO DOVUTI RIENTRARE ALTRI DUE GRANDI PALLAVOLISTI, CRISTIAN SAVANI E DRAGAN TRAVICA. VORREI PRECISARE CHE NON SONO STATI MESSI NON PERCHè MENO IMPORTANTI, MA SEMPLICEMENTE PERCHè SE NO LA CLASSIFICA SAREBBE DIVENTATA I MIEI DIECI PREFERITI DELLA LUBE (PRATICAMENTE). 

9) Michal Lasko 

Un grande opposto. Un grande giocatore. Un grande uomo.
Un uomo che si sa prendere in giro, che ride, ma in campo lotta. Come una tigre.
Purtroppo Lasko non è stato convocato in nazionale in World League (ma sono speranzosa per gli europei, speriamo in bene). E' un giocatore nel vero e più ampio senso del termine. 

10)Andrea Giani 

Si va bene, Giani non gioca più. D'accordo. 
Però è stato uno dei FENOMENI della pallavolo. 
La generazione dei fenomeni che vinse praticamente TUTTO, vi ricordate?? Beh c'era anche lui. 
Un grande centrale. Che ha dato tanto in nazionale e alla sua squadra. 
E che adesso allena. E lo fa da grande signore. 
Merita un posto nella classifica, un fenomeno come lui. 
Lo merita fino in fondo. 

lunedì 29 aprile 2013

Gli Azzurri!

Da adesso fino a settembre il blog si tinge di azzurro!
Cominceranno a giugno gli sforzi della nostra nazionale di pallavolo.
E arrivano le convocazioni decise dal nostro Mauro Berruto.
Ecco i nomi:

WORLD LEAGUE 
Palleggiatori: 
Dragan Travica
Michele Baranowicz
Marco Falaschi
Davide Saitta

Centrali: 
Emanuele Birarelli
Enrico Cester
Giorgio De Togni
Thomas Beretta
Matteo Piano
Daniele Mazzone

Schiacciatori: 
Cristian Savani
Ivan Zaytsev
Simone Parodi
Jiri Kovar
Gabriele Maruotti
Filippo Lanza
Michele Fedrizzi
Ludovico Dolfo
Luca Vettori
Giulio Sabbi

Liberi: 
Andrea Giovi
Salvatore Rossini

Una rosa niente male non trovate?
Ed eccovi le date della World League!

Le pool:

Pool A: Brasile, Polonia, Usa, Bulgaria, Argentina, Francia.
Pool B: Russia, Italia, Cuba, Serbia, Germania, Iran.
Pool C: Canada, Corea del Sud, Finlandia, Olanda, Portogallo, Giappone


Primo week end

Pool A: 7/6: Polonia-Brasile, Francia-Bulgaria, Usa-Argentina. 8/6: Usa-Argentina. 9/6: Francia-Bulgaria, Polonia-Brasile.
Pool B: 7/6: Russia-Iran, Italia-Germania (Modena. Pala Casa Modena) ore 20.30, Cuba-Serbia. 8/6: Russia-Iran, Cuba-Serbia. 9/6: Italia-Germania (Torino. Pala Ruffini) ore 18.
Pool C: 31/5: Finlandia-Portogallo, Canada-Olanda. 1/6: Corea del Sud-Giappone, Finlandia-Portogallo, Canada-Olanda. 2/6: Corea del Sud-Giappone.


Secondo week end

Pool A: 14/6: Argentina-Brasile, Usa-Francia. 15/6: Usa-Francia. 16/6: Argentina-Brasile
Pool B: 14/6: Russia-Serbia, Italia-Cuba (Torino. Pala Ruffini) ore 20. 15/6: Russia-Serbia. 16/6: Italia-Cuba (Firenze. Nelson Mandela Forum) ore 20.
Pool C: 7/6: Canada-Portogallo. 8/6: Corea del Sud-Finlandia, Olanda-Giappone, Canada-Portogallo. 9/6: Corea del Sud-Finlandia, Olanda-Giappone.


Terzo week end

Pool A: 21/6: Francia-Polonia. 22/6: Bulgaria-Argentina. 23/6: Francia-Polonia, Bulgaria-Argentina  
Pool B: 21/6: Russia-Italia, Iran-Serbia. 22/6: Russia-Italia, Germania-Cuba. 23/6: Germania-Cuba, Iran-Serbia.
Pool C: 14/6: Canada-Corea del Sud. 15/6: Giappone-Finlandia, Canada-Corea del Sud. 16/6: Giappone-Finlandia.  


Quarto week end

Pool A: 28/6: Brasile-Francia, Polonia-Argentina, Usa-Bulgaria. 29/6: Brasile-Francia, Usa-Bulgaria. 30/6: Polonia-Argentina.
Pool B: 28/6: Italia-Iran (Modena. Pala Casa Modena) ore 20, Cuba-Russia. 29/6: Serbia-Germania, Cuba-Russia. 30/6: Italia-Iran (Sassari. Pala Serradimigni) ore 19, Serbia-Germania.
Pool C: 22/6: Olanda-Portogallo. 23/6: Olanda-Portogallo.


Quinto week end

Pool A: 5/7: Brasile-Bulgaria, Polonia-Usa, Argentina-Francia. 6/7: Brasile-Bulgaria. 7/7: Polonia-Usa, Argentina-Francia.
Pool B: 5/7: Germania-Russia, Cuba-Iran. 6/7: Serbia-Italia, Germania-Russia, Cuba-Iran. 7/7: Serbia-Italia
Pool C: 28/6: Finlandia-Canada. 29/6: Corea del Sud-Olanda,  Finlandia-Canada, Portogallo-Giappone 30/6: Corea del Sud-Olanda, Portogallo-Giappone.


Sesto week end

Pool A: 13/7: Brasile-Usa, Bulgaria-Polonia. 14/7: Brasile-Usa, Bulgaria-Polonia.
Pool B: 12/7: Iran-Germania, 14/7: Iran-Germania.
Pool C*: 5/7: Finladia-Olanda. 6/7: Giappone-Canada, Finlandia-Olanda, Portogallo-Corea del Sud. 7/7: Giappone-Canada, Portogallo-Corea del Sud. 

sabato 27 aprile 2013

Un anno con la Lube!

Ora che il campionato è finito, almeno per noi, ci sono tante cose che vorrei dire.
La prima è GRAZIE, un enorme, stratosferico grazie alla Lube, giocatori, allenatore, società, ma soprattutto tifosi, perché ho trovato una seconda famiglia.
Una famiglia sparsa per tutta l'Italia (chi in Piemonte, chi in Lombardia, chi a Macerata, fino ad arrivare addirittura in Sicilia) con cui ho passato dei momenti MERAVIGLIOSI, pieni di sorrisi, di lacrime, di incazzature (anche quelle a volte ci stanno), di grandi risate, che mi hanno riempito il cuore.
Di ognuno di loro avrei qualcosa da dire, qualcosa di importante, di emozionante che mi fa sorridere ogni volta che ci penso.
Un grazie a Paola, Roberta, Michela, Miriam, Lorenza, Luana, Giorgia, Michela, Maddalena (le quali mi hanno con GRANDISSIMA pazienza sopportato e con le quali ho vissuto i momenti più importanti della squadra).
Grazie a Laura, Pollon, Giacomo, Rosalba, Elisabetta, Silvia, Matteo, Stefania, Daniela, Giancarlo, Cristina, Giuliana e a tutti i biancorossi della curva (se ho dimenticato qualcuno, perdonatemi, ma l'età avanza e la memoria vacilla XD).
Grazie al nostro coach Alberto Giuliani, che ha sempre risposto ai messaggi e ha sempre sostenuto la tifoseria.
Grazie ai nostri guerrieri, tutti dal primo all'ultimo, a chi ha deciso di restare e chi invece partirà, perchè non si scordano le grande emozioni che tutti ci hanno donato.
Grazie Davidson, grazie Alen, grazie Cristian, grazie Ivan, grazie Simone, grazie Dragan, grazie Jiri, grazie Nat, grazie Hubert, grazie Dragan, grazie Luigi, grazie Sasa, grazie Dick e grazie Marko.

La seconda cosa che voglio dire sembrerà scontata, ma non vedo l'ora che sia ottobre per ricominciare. Anche se sono lontana, anche se le trasferte ogni tanto sono lunghe, mai e poi mai ho pensato né penserò che non ne valga la pena.
Perchè quel momento in cui si entra al Palas, quello splendido momento in cui per un attimo si trattiene il respiro prima di sentire il rimbombo del tifo, l'abbraccio delle bandiere bianco rosse, le voci che si uniscono fino a formare un solo unico grido.... Quel momento è quando il mio cuore comincia a battere insieme al vostro.
E per niente al mondo smetterò di sentirlo, di volerlo sentire dentro di me.
Un anno di Lube...
E' solo l'inizio.....