Lube Banca Marche Macerata

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domenica 5 maggio 2013

Copra Elior Piacenza-Itas Diatec Trentino (Gara 4) 3-0

Chi si aspettava, dopo la partita di domenica scorsa in cui l'Itas ha chiuso 3 a 0, lo scudetto nelle mani del Trento in questa giornata, dovrà aspettare.
I leoni di Piacenza oggi hanno compiuto un'altra impresa: hanno asfaltato il Trento e hanno concluso 3 a 0, annullando qualsiasi tentativo da parte degli avversari di rimontare e riprendersi la partita.
C'è da dire che il primo set non inizia sotto i migliori auspici per l'Itas: Holt va alla battuta e fa ace, così, elegantemente, lanciando un messaggio ai giocatori al di là della rete. Volete lo scudetto? Anche noi. E tanto.
Affamati e agguerriti i giocatori di Piacenza piazzano punto su punto, palla su palla, senza lasciare un centimetro a Trento.
Un Trento che rispetto al passato appare più grigio e insicuro del solito. Che sbaglia in battuta (dove di solito eccelle), che si fa prendere alla sprovvista dall'avversario (Piacenza può vantare oggi un grande numero di ace). Un Trento che non sembra la squadra imbattibile, determinata e implacabile che di solito è.
Ci si aspettava una gara combattuta e in effetti è stato così, ma combattuta in modo diverso perchè i ruoli da mercoledì scorso si sono invertiti: questo pomeriggio è stata Trento a cercare di arginare per come poteva una Piacenza che non ha mai smesso di provarci.
Spicca tra tutti in questa partita Hristo Zlatanov. Uno Zlatanov forte e determinato, sempre pronto, potente, preciso, inarrestabile.
Come ho detto molti oggi mettendosi davanti alla televisione, forse basandosi sull'ultima partita, si aspettavano un finale diverso. Forse è stato questo l'errore dei trentini, sono scesi in campo troppo sicuri.
Forse non si aspettavano un Piacenza così.
Ma la fame di scudetto da parte dei bianco rossi, di questa squadra che può vantare tra le sue fila, oltre a Zlatanov, Papi, Fei, De Cecco, Simon, Vettori e Holt, era troppo grande per chiudere le danze a gara 4.
Non si poteva proprio.
La squadra di Stoytchev cerca di ritornare in sè più volte. Si trova persino in vantaggio in molti punti importanti, cerca di ritrovare l'antico splendore, di scrollarsi di dosso il nervosismo, ma anche il secondo set scivola dalle loro mani, velocemente.
Piacenza comincia a sperare veramente, comincia a intravedere la gara 5, si giocano davvero tutto.
Arriva un terzo set di fuoco. Tra video check continui, alcune discussioni, un set molto altalenante.
Un set giocato all'ultimo punto.
Ma alla fine Piacenza si prende quello che è suo. Quello che è giusto sia suo.
Tre set. Tutti bianco rossi, meritatamente bianco rossi.
Un Piacenza da urlo, che arriva e mette fine ai sogni, per oggi, del Trento di portarsi a casa lo scudetto numero tre.
Ora si va a gara 5, a casa dell'Itas.
Sarà un v day emozionante.
Miglior giocatore?
Zlatanov senza dubbio. Un applauso a lui che oggi ha dato veramente ogni cosa.
E che è riuscito a guidare la sua squadra alla vittoria.

sabato 4 maggio 2013

Fiera di amare la pallavolo!

So che questo probabilmente rimarrà solo un post in un remoto blog.
Ma sono fondamentalmente un'ottimista, un'idealista. Sono una sognatrice.
Ci sono tre cose che amo nella vita: la criminologia, scrivere e la pallavolo.
Nell'ultimo anno sono riuscita a fondere le ultime due cose e a farne questo blog. Non so se il risultato vi è piaciuto, ma personalmente vederlo crescere ogni giorno un po', mi ha fatto sentire orgogliosa.
In questi due giorni due cose sono successe: la Tonno Callipo e l'Altotevere San Giustino hanno comunicato (quasi contemporaneamente) che non ci sono i presupposti per mantenere le squadre in A1 e che quindi non saranno presenti l'anno prossimo in campionato.
E' difficile pensare a un campionato più scarno, più magro, a causa di una crisi economica che sta avvolgendo ormai tutto il paese e che ovviamente si espande a tutti i settori, sport incluso.
Soprattutto gli sport che, in questo paese, vengono relegati in spazi minori. Noi siamo l'Italia, il paese del calcio. E' lo sport nazionale, mi disse una volta mio padre, tutto impettito, quasi offeso quando avevo osato dire che forse lo spazio che veniva dato al calcio era fin troppo rispetto alla pletora di sport e grandi sportivi che possiamo vantare nel nostro bel paese.
Pallavolo, basket, pallanuoto sono solo alcuni esempi di settori sportivi che vengono presi in considerazione solo come semplici tappabuchi quando non ci sono partite di calcio. E mentre i tifosi di calcio possono contare su un numero illimitato di canali su cui guardare le partite della propria squadra, noi tifose di pallavolo dobbiamo pregare nelle lingue più strane perchè quella domenica Rai Sport decida di dare spazio ad altre squadre. Magari non alle solite quattro.
E dobbiamo ringraziare Sportube che in questo anno ha dato l'occasione a un sacco di noi di poter assistere alla partita della squadra del proprio cuore, perchè bisogna dirlo, per quelle di noi che hanno la sfortuna di vivere lontano dalla sede della propria squadra è difficile seguire con costanza le partite.
Non voglio lagnarmi. Ringrazio per tutte le volte che ho potuto vedere la Lube su Rai Sport o su Sportube, ringrazio di cuore i telecronisti, dall'ormai celebre Andrea Lucchetta, ai meno celebri ma non per questo meno importanti Walter Astori e Cecilia Rolando, che ci hanno accompagnato nel mondo del volley con i loro commenti e le loro voci.
La pallavolo è uno sport splendido.
Non mi sto augurando che un giorno possa soppiantare il calcio, non sarebbe giusto.
Ma dico queste cose, questa crisi nasce anche da un disinteresse. Un disinteresse sostanziale che ripeto relega gli sport che non sono il calcio in uno spazietto minuscolo, quello che resta, quello che rimane.
Le briciole giornalistiche, le pagine non occupate dal calcio.
Ma forse queste squadre lavorano meno di quelle di calcio? Forse si allenano meno? O faticano di meno quando giocano? E noi tifosi valiamo meno dei tifosi di calcio?
Che forse non sentiamo il cuore sobbalzare nella cassa toracica quando sentiamo vicina la fine di un set e siamo punto a punto?
Non esultiamo con altrettanto entusiasmo quando i nostri segnano?
Il cuore che batte è lo stesso.
Il sangue che pulsa è esattamente uguale.
Date spazio allora anche ai nostri eroi, concedeteci di poter esultare anche se siamo lontani.
Dateci la possibilità di far capire anche ad altre persone quanto è bello il mondo della pallavolo.
Quanto questo sport sia esaltante, emozionante, senza respiro.  
Apriamo il mondo dello sport, ampliamo gli orizzonti e forse, dico forse, ci sarà un giorno in cui la Tonno Callipo e San Giustino potranno tornare.
In cui le squadre di pallavolo avranno le stesse possibilità economiche di quelle del calcio.
Un giorno in cui la pallavolo verrà vista come sport, e non come altro sport.

Se questo post vi ha portato qualcosa, se questo sport per voi significa quello che significa per me, fate un semplice gesto: diffondetelo.
Proud to love volley!

giovedì 2 maggio 2013

I miei 10 preferiti

In attesa della World League (e della finale di scudetto..) pensavo di intrattenervi con una lista speciale.
I miei 10 pallavolisti preferiti.
La lista è basata su vari criteri, ma sinceramente non aspettatevi una lista da quotidiano sportivo.
Questi dieci nomi sono scelti in base alla mia esperienza, alla mia passione, alle mie opinioni.
Cominciamo?

1) Luigi Mastrangelo

Non ammetto critiche. Il Mastro nazionale è stato per me il primo pallavolista, la prima passione sportiva, il primo mito. Il Mastro non si discute. Il Centrale con la C maiuscola, l'uomo dalla volontà di ferro e dal muro di marmo, Gigi non fa solo parte della storia della pallavolo. La sta ancora scrivendo. 
E' vero, ultimamente è incappato in qualche problema, ma davvero basta così poco per far dimenticare a tutti quanto quest'uomo è stato grande? 
Per me non sono ammesse critiche. Il Mastro è il numero uno. 

2) Dragan Stankovic 

Non è un caso che i miei due primi giocatori preferiti siano entrambi centrali. E' un ruolo che mi è sempre piaciuto, mi ha sempre affascinato. 
Una folta chioma nera, due occhi determinati, primi tempi che infestano gli incubi dei suoi avversari. 
Riservato, timido al di fuori del campo, un leone in partita. 
Di nazionalità serba, da anni ormai veste la maglia bianco rossa della Lube. Un giocatore calmo e razionale, ma allo stesso tempo impetuoso e imprevedibile. 
Dragan ha scalato velocemente la classifica dei miei dieci preferiti, piazzandosi al secondo posto, un secondo posto di tutto riguardo. 

 3) Ivan Zaytsev 

Datemi pure della scontata. Sarò banale. 
Ma lo Zar è lo Zar. E non è certo terzo in classifica per il suo bel faccino. 
Una delle cose più belle in questo anno è stato vedere dal vivo questo fenomeno. Vedere la grinta, la rabbia, la potenza del suo braccio. Lo Zar è pura emozione. 
E' pura potenza. 
La cresta bionda, gli occhi azzurri, è solo la patina che ricopre il mondo che sta sotto, quello che davvero pochi notano. Perchè molti (e moltE) si fermano solo alla bellezza. Ma perchè? 
Perchè, quando questo ragazzo così giovane, può dare molto di più? 
You're gonna go far kid! 

4) Tsvetan Sokolov 

Classe 1989 (giuro non sto scherzando) 2 metri e 5 centimetri. 
Imponente, potente, spaventoso quando è dall'altra parte della rete. Dalla Bulgaria (patria di un altro pallavolista più in giù nella classifica) arriva questo ragazzo, che se lo sentite parlate probabilmente un pensiero balenerà nella vostra mente: nooo lui? potente? Spaventoso? 
Sembra uno di quegli orsacchiotti giganti che vendono dalla trudy, quelli che tutti vorrebbero, quelli morbidi e coccolosi. 
Non fatevi ingannare. 
Questo ragazzo (per citare Lucchetta che ormai usa questa frase come suo status symbol) lancia lavatrici, lavandini, frigoriferi e qualsiasi elettrodomestico che vi venga in testa. 
C'è altro da dire? 

5) Simone Parodi 


Perdonatemi, lo so, è il terzo giocatore della Lube. Ma ve l'ho detto. Questa classifica è stata fatta in base alle mie opinioni, al mio cuore.. E il mio cuore è biancorosso. 
C'è da dire però una cosa: Parodi è sottovalutato. 
Molto sottovalutato. 
Da tutti. O quasi. 
C'è infatti chi ha capito quanto questo giocatore possa dare a una squadra, quanto Simo possa essere determinante. Partiamo col dire che pure essendo un bravissimo schiacciatore, Parodi è fortissimo in ricezione. O meglio ANCHE in ricezione. 
Giocatore preciso, metodico, dalle diagonali da cecchino, battuta precisa, ricettivo e attento. 
Un giocatore grandioso, da guardare e per cui tifare. 
E' il magico numero 6. 

6) Andrea Giovi 

Classe 1983, libero del Perugia, soprannominato Bestia, alcune delle mie amiche sanno quanto Giovi mi piaccia. Come giocatore, come persona, come tutto. 
Spiritoso, simpatico, senza esagerare, fuori dal campo, serio, pronto, deciso a prendere ogni pallone. 
Leggendaria fu la partita contro il Brasile: Giovi MVP, portò l'Italia alla vittoria. 
E' proprio uno di quelli che non vedo l'ora di vedere giocare a giugno. 
(Gustatevi questo video, che è meraviglioso!) 



7) Matey Kaziyski


Quando penso a Kaziyski io penso a una cosa: potenza. Matey è micidiale. 
Vederlo giocare è qualcosa di unico, qualcosa che ti rimane dentro. Ho visto qualcosa che non era un semplice giocatore di pallavolo colpire una palla: ho visto Kaziyski trasformare un pallone in una bomba, in un'arma letale che ha atterrato l'avversario. 
Ed è stato qualcosa di unico. 

8)Nikola Grbic 

Classe 1973, di pallavolo buona Nikola ne ha vista e ne ha fatta tanta. Attualmente palleggiatore del Cuneo, ma forse quest'anno lascerà la maglia verde per andare chissà dove, sto parlando di un gran signore. 
Ho avuto anche il piacere di farci una foto assieme prima di Macerata-Cuneo, una partita elettrizzante, per noi che abbiamo vinto, un po' meno per loro. Ma un gran signore, un grande palleggiatore, di grande esperienza. 
Merita un posto nella mia classifica. 

PRIMA DI LEGGERE GLI ULTIMI DUE POSTI VOGLIO FARE UNA PREMESSA. A BUONA RAGIONE IN QUESTA CLASSIFICA SAREBBERO DOVUTI RIENTRARE ALTRI DUE GRANDI PALLAVOLISTI, CRISTIAN SAVANI E DRAGAN TRAVICA. VORREI PRECISARE CHE NON SONO STATI MESSI NON PERCHè MENO IMPORTANTI, MA SEMPLICEMENTE PERCHè SE NO LA CLASSIFICA SAREBBE DIVENTATA I MIEI DIECI PREFERITI DELLA LUBE (PRATICAMENTE). 

9) Michal Lasko 

Un grande opposto. Un grande giocatore. Un grande uomo.
Un uomo che si sa prendere in giro, che ride, ma in campo lotta. Come una tigre.
Purtroppo Lasko non è stato convocato in nazionale in World League (ma sono speranzosa per gli europei, speriamo in bene). E' un giocatore nel vero e più ampio senso del termine. 

10)Andrea Giani 

Si va bene, Giani non gioca più. D'accordo. 
Però è stato uno dei FENOMENI della pallavolo. 
La generazione dei fenomeni che vinse praticamente TUTTO, vi ricordate?? Beh c'era anche lui. 
Un grande centrale. Che ha dato tanto in nazionale e alla sua squadra. 
E che adesso allena. E lo fa da grande signore. 
Merita un posto nella classifica, un fenomeno come lui. 
Lo merita fino in fondo.