Lube Banca Marche Macerata

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sabato 24 novembre 2012

Altre riflessioni (che hanno però necessità di essere esternate)

E' passata ormai una settimana dalla famigerata partita Trento-Lube.
Lunedì ho cercato di trovare le parole per parlarne, ma forse ero ancora troppo arrabbiata, troppo amareggiata e non sono riuscita ad andare oltre alla quinta riga.
Adesso invece è giusto che io cerchi di parlarne. E' giusto per me, perchè tenermi tutto dentro non mi piace, ed è giusto per la Lube.
In cinque set sono passata dai più vari stati umorali mai esistiti.
Felicità, amarezza, tristezza, arrabbiatura all'ennesima potenza, insomma fate voi.
La Lube capolista imbattuta si è presentata a Trento piena di speranza e noi tutti ci abbiamo sperato fino all'ultimo secondo. Ma non è una partita che mi sono goduta fino alla fine.
L'amarezza ha condito tutto, sempre e comunque, anche quando i miei guerrieri si sono rialzati e hanno conquistato i loro due set, quando ormai tutti credevano che si sarebbe andati al 3 a 0.
E non è stato il gioco in sè che mi ha lasciato una profonda amarezza.
Le due squadre hanno fatto quello che dovevano: hanno combattuto e se la sono giocata davvero bene.
No, sono stati gli striscioni appesi al palazzetto dello sport di Trento che mi hanno lasciato una profonda amarezza.
Un sacco di persone hanno detto la loro in questi giorni. Tifosi, della Lube e del Trento, non tifosi, allenatori, giornalisti e giocatori.
Mi permetto di prendermi un minimo spazio anche io per dire la mia, per poi chiudere questa faccenda e lasciare che siano le squadre il 10 febbraio a chiuderla definitivamente.
Premetto subito una cosa: non ce l'ho con Juantorena.
Lo premetto perchè quello che dirò potrebbe essere visto come un parere negativo su Osmany. No, davvero, non ce l'ho con qui. Per quanto potrei commentare quella battuta alla coreana (e i miei commenti non sarebbero diversi da quello che ha detto Dragan Travica poco dopo, personalmente me la sarei presa, ma la cosa sarebbe finita lì).
Non lo dico per difendere il Drago. La penso così, ma c'è gente che la pensa in modo diverso e il mondo è bello perchè vario (e siamo riusciti anche a inserire quella che a prima vista sembrerebbe la frase fatta del giorno, ma che sento davvero).
Però ci sono delle cose che vanno chiarite: la prima è stata chiarita dal diretto interessato di uno degli striscioni, sempre Dragan Travica, che sulla sua rubrica ha risposto così:

Avrebbe dovuto essere spettacolo e spettacolo è stato. Trento micidiale all’inizio, poi noi, che risorgiamo come la fenice, infine il tiebreak vinto dai padroni di casa. In campo si è visto grande sport.
Pongo l’attenzione sullo striscione chilometrico esposto al gremito PalaTrento che credo molti abbiano visto. Non lo riporto per intero perché non vorrei commettere errori, non me lo ricordo con precisione, e non voglio nemmeno rispondere. Per ora. Verrà il momento giusto. Però, lascio un piccolo – ma enorme – appunto per chi vuole sapere la verità. Una millimetrica parte della verità. Io non sono stato “naturalizzato nel 2004″, come recitava lo striscione: ho indossato per la prima volta la maglia azzurra nella selezione pre juniores della Nazionale italiana di pallavolo all’età di 15 anni!!! Inoltre,  non ho mai, ripeto mai, avanzato richiesta a chissà quale organo giuridico per diventare cittadino italiano. Sulla questione verrà fatta luce, come dicevo sopra, al momento giusto, se mai ci sarà. Step by step!
L’Italia è un Paese democratico e chiunque ha il diritto di avere un’opinione; secondo me, addirittura, spesso dovrebbe sentirne il dovere! Ovviamente, sempre  espressa con educazione.
Concludo con la cosa più importante: sono fiero della squadra, della Lube e soprattutto del comportamento e della sportività che ha dimostrato in campo… e fuori. Un grande team (e non parlo di chi la domenica indossa maglietta e pantaloncini) si vede soprattutto in queste situazioni e noi, lo dico con grande egoismo, lo siamo.

Alla sua risposta non credo di dover aggiungere nulla. In realtà sì, ma veramente poco.
Per quanto si possa non essere d'accordo con quello che qualcuno pensa, almeno prima di scrivere uno striscione (soprattutto se indirizzato in maniera negativa) bisognerebbe, forse, informarsi bene.
E se l'intento era quello di sottolineare che italiani si può anche diventare e non per questo non si può portare la maglia azzurra, almeno informatevi meglio su chi italiano lo è diventato quando ancora era piccolo e non ha mai portato altra maglia se non quella azzurra (per non parlare di naturalizzazioni avvenute addirittura nel 2008 per chi, come lo Zar è nato sì da genitori russi, ma ha i natali a Spoleto, e non ha mai neanche lui portato altra maglia se non quella azzurra).
La questione Juantorena è altra faccenda. C'è chi dice si in nazionale, chi no, chi per una ragione chi per un'altra, entrambi comunque validi motivi.
Ma non per questo si deve scrivere uno striscione chilometrico contro qualcuno. Distinguiamoci. Sostenete la vostra squadra, perchè non scrivere uno striscione per avere Juantorena in nazionale invece che sottolineare quanto la nostra nazionale abbia in effetti alcuni giocatori che non hanno natali italiani (il che tra l'altro è splendido segno di integrazione)?
Per non parlare poi del tocco di classe finale: DALLA NAZIONALE A MACERATA PARLA PURE LA FIDANZATA.
Ora, capisco, può aver dato fastidio il battibecco che Ashling, la fidanzata di Ivan Zaytsev, ha avuto con Juantorena. Ma a me sembra sia perfettamente leggittimo. Non difendereste voi il vostro fidanzato?
Io lo farei. Non solo lo difenderei, ma ci terrei a dire la mia.

La frase che ho sentito più spesso in questi giorni, soprattutto nei confronti di Drago, è stata MA PENSASSE A GIOCARE, CHE SOLO QUELLO DEVE FARE.
Ora, a voi tutti, io credo sia non solo legittimo, ma doveroso rispondere quando una tifoseria apostrofa qualcuno. Quel qualcuno non ha forse diritto di replica?
E quand'anche non fosse stato apostrofato (com'è avvenuto in passato per la coreana e i commenti di Dragan) non ha forse esso il diritto di dire come la pensa? E' un paese libero, democratico, almeno le ultime voci sussurravano così, in cui fortunatamente ci sono ancora canali per esprimere un libero pensiero.
E anche se il lavoro di Dragan non è quello di scrivere, fortunatamente possiede abbastanza materia cerebrale da farlo, e permettetemi lo fa anche molto bene.
E indipendentemente dal lavoro che fa, se un giorno vuole mettersi al computer e scrivere cosa pensa di qualsiasi cosa, ha il diritto di farlo, senza che nessuno abbia invece il diritto di insultarlo dicendogli che deve solo pensare a giocare.
Allora chiunque di noi che non sia scrittore o giornalista non avrebbe voce su ciò che accade nel mondo.
Fortunatamente oggi tutti collegandosi a internet possono dire la loro e scrivere fiumi di parole su ogni più piccolo fatto.
E tra noi c'è anche lui, c'è anche Dragan.
E se vorrà sarà ben accetto anche Ivan, perchè no?
Che la faccenda adesso si chiuda. Che le fazioni si ritirino e pensino alla propria squadra, ricordando però il contesto, il libero mondo in cui vivono in cui TUTTI hanno diritto di replica.
Ma non di offesa.

(Un piccolo ps. Mi sono permessa di scrivere tutto questo a Dragan qualche giorno fa sottolineando come farò adesso che in qualsiasi caso lui non deve spiegazioni a nessuno. Ha già dato prova di sè a Londra e ha portato con i suoi compagni a casa un bronzo di tutto rispetto. Come mai lì nessuno si è lamentato?)
Eve Polemica

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