Lube Banca Marche Macerata

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lunedì 31 dicembre 2012

Trento-Lube 3-1

Adesso, la mattina dopo, sono più lucida. Più calma.
La partita di ieri è stata una sofferenza unica.
Il primo set Trento ha dominato.
Una squadra precisa, diretta, letale, che piazza palloni a tutto andare, che mura, che riceve qualsiasi cosa, che non molla. Non posso non dire che Trento ha giocato davvero una gran partita. Sarei una bugiarda se dicessi il contrario.
Due modi diversi di giocare, due modi di vedere il campo.
Ma Trento domina e si mangia il primo set 25 a 17.
Un set fatto di alti e bassi della Lube che ricuce strappi ma non riesce a mantenere il pareggio e vede Trento volare alto rimanendo indietro di parecchio. Una squadra che fatica a mantenere la palla, che fatica a prenderla, ma soprattutto a concludere, ad attaccare in modo efficace.
Solo Zaytsev sembra essere reattivo nella squadra piazzando più palloni possibili, ma come è stato detto in passato non può fare tutto da solo. Si gioca in sei, si perde in sei.
Il secondo set è ancora peggio.
La squadra è nervosa, confusa, il coach cerca di variare, di provare a cambiare, ma anche lo zar si accorge di quanto poco possa servire, infatti si siede in panchina urlando.
Nessuno può dargli torto.
Questi due set non abbiamo giocato. Abbiamo semplicemente cercato di arginare una squadra che era inarrestabile.
Escono persino due cartellini gialli, uno a testa per squadra. Per la Lube è Simone Parodi che si becca l'ammonizione. Il che è significativo di quanto fossero tesi e nervosi i nostri guerrieri: un ragazzo tranquillo e pacifico come Simone difficilmente si mette a litigare in campo.
Invece è successo e Trento si mangia anche il secondo set.
I cuori sono bassi.
Siamo tutti depressi. Trento è a un set dalla vittoria. Noi a un set dalla sconfitta totale.
Ma sembriamo svegliarci.
Come solo noi sappiamo fare, ci alziamo e cominciamo a macinare punti su punti. Su punti.
Per un set torniamo a essere i padroni del campo.
E facciamo capire a Trento che non sarà facile cacciarci dal campo.
Anche il quarto set combattiamo. Noi siamo dei guerrieri. Combattiamo fino all'ultimo pallone.
Quel pallone, quel singolo pallone che come uno schiaffo in piena faccia si abbatte sul nastro e cade dalla nostra parte. Fortuna.
Si vince anche così.
Ma si vince anche sugli errori in battuta, sugli errori in attacco e difesa.
Si vince su una squadra che era addormentata i primi due set.
Trento esplode su quell'ultimo punto rubato. Non fraintendetemi.
Rubati non in senso negativo.
Vedo i miei guerrieri con le lacrime agli occhi, arrabbiati, confusi, per aver perso per una palla così brutta.
Vedo Dragan Travica inchinarsi e ridere in faccia ai tifosi trentini che non perdono occasione per essere dei veri "Signori" (e si, qui lo intendo in senso negativo) e attaccarlo. Anche dopo aver vinto.
Ma sono i miei guerrieri.
Ho già scritto di loro non voglio ripetermi.
Voglio solo chiudere con uno dei cori più ricorrenti tra le nostre fila.
LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI.
MAI.

Ci rivedremo tanto, forse questa volta, la palla non finirà sul nastro. 
O forse, cosa che spero di più, i tifosi di Trento impareranno un po' di educazione. 

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